Carla Accardi nasce a Trapani il 9 ottobre 1924. Dopo il diploma di maturità classica, nel 1943 consegue il diploma di maturità artistica come libera professionista, quindi studia presso le Accademie di Belle Arti di Palermo e Firenze. Leggi la biografia completa
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La produzione
La produzione artistica di Carla Accardi è ancorata ai primi movimenti di ricerca astrattisti del secondo dopoguerra che hanno trovato terreno fertile in diverse città italiane dando origine a movimenti veri e propri come il MAC nella zona di Como, l’Astrattismo Classico a Firenze e Forma1 a Roma, di cui Accardi è stata rappresentante per tutta la durata della sua esistenza (1947-1952) insieme al marito Antonio Sanfilippo e poi Piero Dorazio, Giulio Turcato, Pietro Consagra, Ugo Attardi, Mino Guerrini e Wladimiro Tulli.
La sua forma espressiva si è evoluta dalla fine degli anni ’40 per tutto il secondo cinquantennio del 900 attraverso la ricerca, definizione e ulteriore evoluzione di un pattern segnico che definisce la tipicità della sua iconografia. Gli anni ’50 sono caratterizzati dall’utilizzo del bianco e nero mentre gli anni ’60 aprono la strada al colore e all’utilizzo del Sicofoil come supporto (un materiale plastico che permette l’utilizzo di una nuova dimensione alternativa alla tela, attraverso la sua trasparenza) che determina parte della sua produzione nel decennio successivo e l’introduzione di vere e proprie sculture/installazioni. Gli anni ’80 e ’90 vedono un ritorno al segno come protagonista e ad una sua evoluzione in termini coloristici coerente con la cultura contemporanea compiacente all’arte pop e al graffitismo.
Come valutare un’opera di Carla Accardi
La condizione necessaria per poter approcciare un processo valutativo nei confronti di un’opera di Carla Accardi è di avere la certezza della sua autenticità che può essere accertata soltanto in presenza di una conferma sottoforma di certificato scritto da parte dell’Archivio Accardi Sanfilippo in Via Del Babuino a Roma, diretto dalla figlia dell’artista Antonella Sanfilippo.
Altre caratteristiche che poi vanno considerate per determinarne lo specifico contesto storico dell’opera e la sua struttura tecnica sono la provenienza, le eventuali pubblicazioni e bibliografia, la tecnica, l’anno di esecuzione, le dimensioni e infine, ma non ultimo per importanza, lo stato di conservazione.
Dettagliare la storia di un’opera garantisce sempre una maggiore appetibilità commerciale soprattutto in presenza di provenienze da collezioni autorevoli o di pubblicazioni ufficiali. Due sono i cataloghi generali, entrambi a cura di Germano Celant, uno edito da Charta nel 1999 e il secondo da Silvana nel 2011. Accardi ha partecipato inoltre a sei biennali di Venezia.
Nel caso di opere multiple (stampate su carta, tela oppure scolpite) si dovrà considerare con maggiore attenzione la tiratura che indica indiscutibilmente il numero di esemplari prodotti.
Scaglioni e coefficiente
Una volta determinata la certezza dell’autenticità, dovranno essere rintracciati dati storici di vendite passate di opere che condividano con l’esemplare da valutare le stesse caratteristiche storiche, tecniche, e qualitative. Tali dati possono essere estrapolati con occhio esperto dai cataloghi e dai listini delle aggiudicazioni delle case d’asta ma anche dalle vendite private e di galleria che soltanto l’esperienza del valutatore professionista può conoscere.
Alla luce di queste considerazioni possiamo individuare alcuni scaglioni e parametri di valutazione che potranno permettere di individuare sommariamente il valore di un’opera. Solitamente la somma di questi fattori viene indicata con il nome di coefficiente che atro non è se non un indice numerico espresso in punti che andranno moltiplicati per le dimensioni dell’opera (identificate nella somma della base e dell’altezza) da valutare. Chiaramente soltanto l’intervento di un valutatore esperto potrà poi determinare o meno la validità dell’operazione.
Mercato
L’andamento di Carla Accardi nel corso degli ultimi dieci anni è stato in costante crescita con un deciso rialzo nel corso dello scorso anno. Tale condizione indica un momento di buona maturità dei prezzi delle sue opere e uno stato della domanda ancora vivace. Data la consistenza storico culturale dell’artista e della sua costante presenza sul mercato non c’è motivo di pensare che non possa essere un buon investimento nel lungo termine, ma date le recenti evoluzioni il momento attuale si presenta ideale per la vendita soprattutto per chi ha acquistato non recentemente o ha ereditato.
Valori
Anni ’50: per le opere di medie dimensioni su tela il coefficiente può variare da 6 a 9 punti circa (per un’opera 50x70 per esempio la stima potrebbe variare da 60.000 a 100.000 euro Per le opere su carta circa la metà.
Anni ’60: per le opere di medie dimensioni su tela il coefficiente può variare da 3 a 7 punti circa (per un’opera 50x70 per esempio la stima potrebbe variare da 40.000 a 85.000 euro Per le opere su carta circa la metà
Anni ’70: per le opere di medie dimensioni su sicofoil il coefficiente può variare da 2,5 a 4 punti circa (per un’opera 50x70 per esempio la stima potrebbe variare da 30.000 a 50.000 euro
Anni successivi: per le opere di medie dimensioni su tela il coefficiente può variare da 2,5 a 5 punti circa (per un’opera 50x70 per esempio la stima potrebbe variare da 30.000 a 60.000 euro. Per le opere su carta circa la metà
Carla Accardi nasce a Trapani il 9 ottobre 1924. Dopo il diploma di maturità classica, nel 1943 consegue il diploma di maturità artistica come libera professionista, quindi studia presso le Accademie di Belle Arti di Palermo e Firenze. Nel 1946 si stabilisce a Roma con il pittore Antonio Sanfilippo, con il quale si sposa qualche anno dopo. Frequenta circoli d'arte e lo studio di Pietro Consagra, dove conosce artisti come Attardi, Dorazio, Guerrini, Perilli e Turcato, con i quali firma nel 1947 il manifesto del gruppo Forma 1. All'estero tiene la sua prima mostra personale alla Galleria Numero di Firenze nel 1950.
Negli anni '50 il suo linguaggio si sposta verso l'astrazione, ridotta a simboli e in bianco e nero, avvicinandosi allo studio dei grandi artisti informali. Critico e promotore del movimento, Michel Tappi, la invita a partecipare alle varie mostre da lui curate in Italia e all'estero tra il 1954 e il 1959. Negli anni Sessanta, aderendo al gruppo Continuity, compare nelle sue opere il restauro del colore, accompagnato da richiami alla cultura metropolitana ed effetti ottici. La sua ricerca è caratterizzata da una costante sperimentazione, radicalizzata nell'uso di supporti in plastica trasparente che accentuano la natura del dipinto come diaframma luminoso. La Biennale di Venezia conta diverse partecipazioni: 1964 e 1976 e 1978.
Negli anni Ottanta torna alla tela e il suo linguaggio cambia ulteriormente attraverso l'uso di simboli e giustapposizioni cromatiche. Espone nuovamente alla Biennale di Venezia del 1988 e partecipa alle maggiori mostre storiche dell'arte italiana, tra cui “Trasfigurazione italiana 1943-1968” al Solomon R. Guggenheim Museum di New York” (anno 1994). Nel 1996 viene nominata membro dell'Accademia di Brera e l'anno successivo diventa consulente del Comitato della Biennale di Venezia. Sue opere si trovano nelle collezioni della Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma, del Museo d'Arte Contemporanea del Castello di Rivoli (Torino), della Galleria Civica di Modena e Bologna, del Palazzo Reale di Milano e del Museo Civico di Torino... Acardi a Roma il 23 febbraio 2014 è deceduto.