Giuseppe Capogrossi Quotazioni, valore e valutazione opere

 Giuseppe Capogrossi ( Roma, 1900 - 1972 ).Dopo gli studi classici, si laurea in Giurisprudenza. Nel 1923 studia pittura con Felice Carena e nel 1927 compie un viaggio a Parigi, a cui ne seguirono parecchi altri. Leggi la biografia completa

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Guida alle quotazioni di Giuseppe Capogrossi

La produzione

La produzione artistica di Giuseppe Capogrossi è ancorata ai primi movimenti di ricerca astrattisti del secondo dopoguerra che hanno trovato terreno fertile in diverse città italiane dando origine a movimenti veri e propri come il MAC nella zona di Como, l’Astrattismo Classico a Firenze e Forma1 a Roma. Nel 1950 partecipa alla fondazione del gruppo origine con Mario Ballocco, Ettore Colla e Alberto Burri.

Dapprima rappresentante della Scuola Romana, nel 1933 firma il manifesto del primordialismo plastico insieme a Cavalli e Melli, approda all’arte informale nel 1949 diventandone uno dei maggiori e più illustri rappresentanti.  La sua forma espressiva si è evoluta dalla svolta astratta degli anni ’50 fino alla sua morte avvenuta nel 1972 attraverso la ricerca, definizione e ulteriore evoluzione di un pattern segnico che definisce la tipicità della sua iconografia e che viene genericamente identificato con il termine “forchetta” o ”pettine”. 

Come valutare un’opera di Giuseppe Capogrossi 

La condizione necessaria per poter approcciare un processo valutativo nei confronti di un’opera di Giuseppe Capogrossi è di avere la certezza della sua autenticità che può essere accertata soltanto in presenza di una conferma sottoforma di certificato scritto da parte della Fondazione Archivio Giuseppe Capogrossi in Via Edoardo Jenner a Roma, diretta da Guglielmo Capogrossi.

Altre caratteristiche che poi vanno considerate per determinarne lo specifico contesto storico dell’opera e la sua struttura tecnica sono la provenienza, le eventuali pubblicazioni e bibliografia, la tecnica, l’anno di esecuzione, le dimensioni e infine, ma non ultimo per importanza, lo stato di conservazione.

Dettagliare la storia di un’opera garantisce sempre una maggiore appetibilità commerciale soprattutto in presenza di provenienze da collezioni autorevoli o di pubblicazioni ufficiali. Il catalogo generale edito da Skira 2012 a cura di Guglielmo Capogrossi è uno strumento fondamentale di comparazione e identificazione delle opere a cui si affianca la monografia del 1967 a cura di Giulio Carlo Argan, completata dopo la morte dell’autore da un volume di aggiornamento edito dalle Edizioni del Naviglio (1974). Presso la GNAM di Roma è inoltre presente un fondo archivistico di rilevante importanza e consultabile digitalmente. Capogrossi ha partecipato inoltre a tre biennali di Venezia e alla prima edizione di Documenta a Kassel.

Nel caso di opere multiple (stampate su carta, tela oppure scolpite) si dovrà considerare con maggiore attenzione la tiratura che indica indiscutibilmente il numero di esemplari prodotti.

Scaglioni e coefficiente

Una volta determinata la certezza dell’autenticità, dovranno essere rintracciati dati storici di vendite passate di opere che condividano con l’esemplare da valutare le stesse caratteristiche storiche, tecniche, e qualitative. Tali dati possono essere estrapolati con occhio esperto dai cataloghi e dai listini delle aggiudicazioni delle case d’asta ma anche dalle vendite private e di galleria che soltanto l’esperienza del valutatore professionista può conoscere.

Alla luce di queste considerazioni possiamo individuare alcuni scaglioni e parametri di valutazione che potranno permettere di individuare sommariamente il valore di un’opera. Solitamente la somma di questi fattori viene indicata con il nome di coefficiente che atro non è se non un indice numerico espresso in punti che andranno moltiplicati per le dimensioni dell’opera (identificate nella somma della base e dell’altezza) da valutare. Chiaramente soltanto l’intervento di un valutatore esperto potrà poi determinare o meno la validità dell’operazione. 


Mercato

L’andamento di Giuseppe Capogrossi nel corso degli ultimi dieci anni è stato in costante crescita con un deciso rialzo nel corso dello scorso anno. Tale condizione indica un momento di buona maturità dei prezzi delle sue opere e uno stato della domanda ancora vivace. Data la consistenza storico culturale dell’artista e della sua costante presenza sul mercato non c’è motivo di pensare che non possa essere un buon investimento nel lungo termine, ma date le recenti evoluzioni il momento attuale si presenta ideale per la vendita soprattutto per chi ha acquistato non recentemente o ha ereditato.


Valori

Anni ’30/’40 (periodo figurativo): per le opere di medie dimensioni su tela il coefficiente può variare da 1,2 a 2 punti circa (per un’opera 50x70 per esempio la stima potrebbe variare da 14.000 a 24.000 euro). Per le opere su carta circa un terzoAnni ’50/60: per le opere di medie dimensioni su tela il coefficiente può variare da 11 a 18 punti circa (per un’opera 50x70 per esempio la stima potrebbe variare da 130.000 a 220.000 euro). Per le opere su carta circa la metà



Biografia di Giuseppe Capogrossi

 Giuseppe Capogrossi ( Roma, 1900 - 1972 ).Dopo gli studi classici, si laurea in Giurisprudenza. Nel 1923 studia pittura con Felice Carena e nel 1927 compie un viaggio a Parigi, a cui ne seguirono parecchi altri. Nel 1930 partecipa alla Biennale di Venezia e due anni dopo alla Triennale di Milano. Nel 1933 firma il Manifesto del Primordialismo Plastico e partecipa a numerose mostre e collettive. Le opere del dopoguerra, approdano alla pittura astratta, a seguito di un periodo improntato al figurativismo. Diviene esponente della Scuola romana Novecento e figura di rilievo nel panorama dell'informale italiano, insieme a Fontana, Frumenti, Burri, Scanavino. Nel 1939, 1940  e 1942, partecipa al Premio Bergamo e alla Biennale di San Paolo in Brasile.

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