Biografia di Fabio Failla
Fabio Failla (1917 - 1987), discendente di Padre Matteo Ricci, Failla si forma a Firenze da autodidatta, osservando la grande tradizione artistica italiana nelle chiese e nei musei. Dal pittore Gianni Vagnetti apprende un modo di fare pittura molto didascalico e la predilezione per il plein air. Nel 1939 combatte nella Seconda Guerra Mondiale come ufficiale degli Alpini e, in tal occasione, stringe un sincero rapporto di amicizia con lo scrittore Curzio Malaparte. Imprigionato dai tedeschi nel 1943, riesce a liberarsi e si rifugia nelle Marche, a Pollenza, presso la famiglia materna. Qui, nel dolce contesto bucolico marchigiano ritorna alla pittura. Nel gennaio del ’45 si appresta infatti a concludere l’organizzazione della prima personale presso la Pinacoteca Comunale di Macerata. L’anno successivo, forte della effervescenza e della floridezza che gli concede questa sua primavera artistica post-bellica e pollentina, approda a Roma e di lì si fa conoscere come pittore con delle personali alla Galleria Chiurazzi, per poi approdare a sempre più frequenti collettive nazionali e a partecipazioni anche all’estero (Germania, Belgio, Svizzera, Stati Uniti). La storia lo ha consacrato come unico ed inimitabile Pictor Romae. Egli ha così abilmente colto l'essenza della Città Eterna da divenirne prediletto cantore. Con Roma, ritorno al piacere della veduta tipica della 'Scuola Romana' (Francalancia, Donghi, Mafai, Scipione, Melli, Cagli), ma apportando le sue idee e rendendo all'Urbe un'immagine visionaria e pacifica come non la si era mai vista. Immune ad ogni moda, distaccato da tutte le elucubrazioni sulle quotazioni di mercato, Failla fece conoscere Roma attraverso un nuovo umanesimo architettonico trasfigurandola in un tempo eroico passato e lontano.