Biografia di Enrico Fereoli
Enrico Fereoli è nato a Sala Baganza nel 1901 e ha conseguito una scolarizzazione fino alla quarta elementare. Ha lavorato come barbiere e falegname in negozi prima di diventare un "bollista" nella lavorazione del pomodoro durante la stagione estiva. Ha proseguito questi lavori saltuariamente fino a quando una malattia lo ha costretto a smettere nel febbraio del 1958. Nel 1960, durante il periodo di convalescenza, il figlio lo ha esortato a dipingere e Fereoli ha cominciato la sua avventura come pittore.
La pittura di Fereoli è caratterizzata da una "naiveté" nutrita di autentica passione per la pittura, concentrandosi sui temi prediletti di Sala Baganza e i suoi ambienti popolari, rurali o rustici. Il suo talento sincero, difficile da definire ingenuo secondo i canoni della pittura naïf, si è sviluppato di pari passo con le esperienze della vita.
Il riconoscimento del suo operato artistico è arrivato per caso quando un'assistente sociale ha visto i suoi quadri nella sua casa e ne ha parlato al critico Aristide Barilli. Barilli si è trovato d'accordo nel giudizio positivo e la sua prima mostra, a oltre sessant’anni di età, è stata presentata nel centro sociale. Grazie all’interessamento congiunto di Barilli, dell’architetto Lusignoli, dello scultore Mazzacurati e altri, il nome di Fereoli è arrivato fino a Roma, dove è stata inaugurata una grande mostra collettiva dei naïfs italiani e francesi all’interno di Palazzo Barberini, dove l’artista partecipa con l’esposizione di alcune sue opere.
Da piccolo artigiano a pittore naif quasi per caso, arriva ad essere nominato dalla critica nazionale ed estera: perfino il critico Arsen Pohribny, innamorato dei suoi quadri, si reca di persona in quella modesta dimora riconoscendo in Fereoli un pittore di realtà popolare che, «fuori dai canoni stretti di una pittura ingenua per sua stessa definizione, ha saputo farne un luogo a parte, cogliendo la vita con la purezza delle idee e delle forme». Seguiranno altre opere, panorami delle case colorate di qua dell’acqua, riconoscimenti civili fino al 1991, quando si è spento a ottantanove anni, portatore fino all’ultimo di una solida morale antifascista che affiora dalle memorie del passato, in quei ricordi degli anni giovanili, quando le violenze dei fascisti furono contrastate dall’indomito spirito libertario degli abitanti di Sala che nel ‘22 eressero una barricata sulla strada d’accesso al paese a difesa della sua gente utilizzando i sacchi riempiti con la sabbia del Baganza.
Su questo tema estratto dalla sfera del profondo, nasce, negli anni ‘80, il ciclo pittorico qui presentato delle Barricate.