Jakob Frey Quotazioni, valore e valutazione opere

FREY, Jakob (Giovan Giacomo, detto Giacomo il Vecchio). - Nacque a Hochdorf (Lucerna) il 17 febbr. 1681 da Hans Heinrich, di professione intagliatore in legno. Leggi la biografia completa

Biografia di Jakob Frey

FREY, Jakob (Giovan Giacomo, detto Giacomo il Vecchio). - Nacque a Hochdorf (Lucerna) il 17 febbr. 1681 da Hans Heinrich, di professione intagliatore in legno. Dopo una modesta educazione artigianale acquisita in famiglia e le prime esperienze come incisore compiute in loco, si trasferì a Roma ove svolse quasi tutta la sua attività, salvo brevi ritorni in patria.

I dati biografici sono stati studiati dal Noack, come risulta dalle schede manoscritte conservate presso la Biblioteca Hertziana di Roma, e sinteticamente pubblicati nel Thieme - Becker (XII, pp. 437 s.); integrazioni importanti sono state fornite dalla Bätschmann che ha rintracciato, tra l'altro, un'autobiografia dell'artista redatta all'inizio degli anni Quaranta (1997, pp. 97-110).

Il F. arrivò a Roma il 4 ott. 1702; nel 1708-09 visse nella parrocchia dei Ss. Apostoli con l'incisore Nicola Oddi; dal 1715 al 1729, in quella di S. Lorenzo in Damaso; quindi, nel 1730, si spostò definitivamente in quella di S. Nicola in Arcione. Nel 1728 sposò Maria Rosa Bonfigli da cui ebbe numerosi figli tra i quali Filippo (1729-93), suo allievo ed erede del suo negozio. Ancora il Noack ricorda due viaggi compiuti in patria nel 1722 e nel 1726. All'inizio del soggiorno romano frequentò per dieci mesi la bottega del celebre A. van Westerhout, abbandonandola perché non soddisfatto dell'insegnamento ricevuto e della considerazione goduta, e cercò di ampliare la sua formazione studiando disegno e copiando Raffaello. Intanto entrò in contatto con Carlo Maratti che gli fece incidere alcune opere (il suo Autoritratto e l'Ercole fanciullo e i serpenti da Annibale Carracci). Secondo il Ricci (1834) sarebbe stato proprio il Maratti a stimolarlo ad associare l'uso dell'acquaforte e del bulino. I contatti con questo atelier furono certamente molto importanti, come afferma lo stesso F. nell'autobiografia, soprattutto per l'acquisizione di un certo modo di disegnare e per i rapporti di amicizia che strinse con molti discepoli del maestro.

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