Biografia di Lino Marzulli
Lino Marzulli nasce a Sesto San Giovanni il 16 dicembre 1929.
Il suo tempo è scandito dall’urlo delle sirene delle grandi industrie. Fin da ragazzo disegna e impara a conoscere i grandi artisti nei limiti che gli sono consentiti da una famiglia modesta. La difficile situazione del dopoguerra non gli permette di intraprendere studi artistici verso i quali sente forte attrazione. Frequenta quindi una scuola di tipo tecnico industriale che gli consente di impiegarsi come disegnatore. Nel 1955 si iscrive alla Scuola d’Arte Faruffini diretta da Giovanni Fumagalli nella quale, nel corso di cinque anni, apprende il mestiere di pittore. Sono anni di intense frequentazioni fra giovani artisti milanesi, gallerie, musei e corsi teorici d’arte.
Nei primi anni Sessanta accadono cose che cambieranno la sua vita. Insegna tecnica del colore presso l’Istituto Rizzoli di Milano e, con un primo gruppo di artisti, inizia a vivere nel “Quartiere delle Botteghe” di Sesto San Giovanni. Durante questa permanenza ha modo di conoscere la militanza critica e artistica e le giovani avanguardie italiane e straniere. Sperimenta materiali e tecniche nuove pur portando avanti sempre il discorso della pittura dipinta. In questi anni sono frequenti i viaggi in Italia e all’estero con una lunga permanenza a Venezia dove inizia la sua attività espositiva. Conosce e frequenta artisti e personaggi legati al mondo dell’arte.
Nel 1966 trasferisce il proprio studio a Milano prima in Via Pontida, dove rimane fino al 1968, anno in cui, assieme ad altri artisti, entra nel vivo della contestazione occupando la Triennale di Milano, e poi in Via Fiori Chiari dove rimarrà per quasi vent’anni. Porta avanti il suo lavoro con coerenza, malgrado in quegli anni la tendenza degli artisti sia indirizzata al “rifiuto dell’arte borghese”. Per Marzulli, uomo di sinistra, il fare arte non è una scelta socio-politica: ne è prova la sua notevole produzione in quel periodo sganciata dalle formule, ma sempre all’interno di battaglie culturali. Dal 1973, e per oltre trent’anni, frequenta assiduamente le Cinque Terre, pur mantenendo Milano come dimora abituale. A Riomaggiore inizia a dipingere le aspre colline e il burrascoso mare che già furono di Telemaco Signorini.
La sua attività si amplia e innumerevoli sono le mostre collettive e personali. Usa materiali come legno, gesso, ecc. per oggetti dipinti, fa grandi tele e numerosi sono i mosaici, i vetri, gli affreschi e le ceramiche. Infine il Marzulli dell’ultimo periodo, lo si scopre nel 1987 quando apre il suo nuovo studio in via Maroncelli, sempre a Milano. La bottega diventa un punto di riferimento per giovani artisti, copre il vuoto lasciato dalla miopia delle nostre istituzioni e diventa una fucina di pittori in cerca di esperienza e visibilità. Lo studio di Marzulli ospita una ventina di mostre di artisti semisconosciuti e dà vita a dibattiti, incontri, seminari sul tema dell’arte.
Contemporaneamente il “maestro” continua la sua ricerca artistica: sono di questo periodo la serie dei segni zodiacali, quadri sezionati in piccoli frammenti, e le stupefacenti vetrate luminose che Marzulli crea nella vetreria di Brescia. Per ultimo il trasferimento nel grande studio di Via Calabiana, sempre a Milano. Qui Marzulli percorre l’ultimo periodo del suo lavoro, uno dei più fervidi della sua avventura da artista. Le notevoli dimensioni dello studio gli permettono, più facilmente che in passato, di dedicarsi a grandi opere sia per la committenza pubblica sia per quella privata. I nuovi locali, come in precedenza, sono occasione per ospitare esposizioni temporanee di amici artisti come di incontri e dibattiti, continuando a concepire il luogo di lavoro anche come momento di aggregazione, di scambio di idee e di amicizia .
Si getta nel lavoro con entusiasmo, troncato dalla sua scomparsa nel novembre 2007.