Biografia di Zecchin & Martinuzzi
La vetreria "Zecchin-Martinuzzi" fu fondata nel 1932 dallo scultore Napoleone Martinuzzi e dall'ingegnere Francesco Zecchin, entrambi provenienti dalla Venini, dove Martinuzzi aveva ricoperto il ruolo di direttore artistico dal 1926. La produzione dell'azienda si differenziò immediatamente dalle altre vetrerie di Murano, sia per i modelli chiaramente ispirati al Novecento, sia per l'utilizzo di materiali spessi e opachi come le paste, il vetro "pulegoso" e il vetro "crudo" (vetro irregolare con numerose bolle d'aria a causa di una cottura incompleta).
Nonostante andasse contro la tradizione del vetro leggero e trasparente, l'azienda ottenne notevoli consensi dalla critica e fu oggetto di ampi servizi dalla rivista Domus, considerata un esempio di rinascita per l'arte vetraria di Murano. Era presente alle Biennali di Venezia del 1932 e del 1934 con una serie di vasi, piante e figure realizzate principalmente dai maestri Otello Nason e Alfredo Barbini.
Tuttavia, l'azienda si trovò ad affrontare diverse difficoltà economiche e nel 1936 Napoleone Martinuzzi decise di lasciare la società per dedicarsi completamente alla sua passione per la scultura. L'ingegnere Francesco Zecchin continuò l'attività seguendo la stessa impostazione iniziale, ma chiuse definitivamente nel 1939. La storia della vetreria "Zecchin-Martinuzzi", sebbene breve, rappresentò uno degli episodi più significativi per la rinascita dell'arte vetraria di Murano durante gli anni tra le due guerre. Ha avuto anche sviluppi indiretti negli anni successivi, soprattutto grazie alla collaborazione tra Napoleone Martinuzzi e Alfredo Barbini, la quale ha contribuito allo sviluppo autorevole artistico di quest'ultimo nel corso del suo periodo trascorso in questa fornace.