Biografia di Robert Aldrich
Robert Burgess Aldrich è stato un famoso regista della Hollywood Classica, nato il 9 agosto 1918 a Cranston, nel Rhode Island. Appartenente ad una famiglia agiata della East Coast, il padre era editore e suo nonno un senatore imparentato con la famiglia Rockefeller. Dopo essersi educato a Providence e all'Università della Virginia, Aldrich si trasferisce in California nel 1941 e comincia la sua carriera presso gli studios dell'RKO. Qui, affiancato a grandi registi come Jean Renoir, Joseph Losey e Charlie Chaplin, matura la sua passione per la regia. Il suo esordio cinematografico avviene nel 1953 con il dramma sportivo "Big Leaguer", seguito da due western con Richard Burton, "L'ultimo Apache" (1954) e "Vera Cruz" (1954). Ma è con il noir "Un bacio e una pistola" (1955), con un cast di attori esordienti, che ottiene il suo primo grande successo. Da qui in avanti, Aldrich si segnala come uno degli autori di Hollywood più visionari e umanisti, che crede nella forza dell'individuo per contrastare la corruzione della società. Nel 1955, con "Il grande coltello", Aldrich vince il Leone d'Argento al Festival di Venezia e comincia la sua fama anche in Europa. Negli anni '60, il regista sviluppa una vena più nera e pessimistica, che si riflette in pellicole come il western revisionista "Nessuna pietà per Ulzana" (1972), il drammatico road movie "L'imperatore del Nord" (1973) e il dramma sportivo "Quella sporca ultima meta" (1974). Nel 1977, con "I ragazzi del coro", descrive la violenza dei poliziotti di Los Angeles con una sfumatura psicologica. Dopo "California Dolls" (1981), Aldrich è costretto a ritirarsi per problemi di salute e si spegne il 5 dicembre 1983. La sua eredità, tuttavia, è rimasta intatta grazie ai numerosi successi che ha ottenuto in Hollywood e in Europa, gettando le basi per un cinema più consapevole e impegnato.