Biografia di Giulio Carlo Argan
Giulio Carlo Argan nasce a Torino17 maggio 1909, negli anni ’20 frequentò l'ambiente culturale gobettianoe, dopo aver frequentato il iceo classico Cavour, si formò all’Università di Torino. Nel 1928 aderì al Partito Nazionale Fascista verso il quale maturerà un atteggiamento sempre più critico, seguendo il modello di Croce e Lionello Venturi, pur scegliendo di continuare a lavorare dentro le istituzioni del regime. Durante i suoi primi studi si interessò soprattutto di architettura: nel 1930 esordì con gli articoli Palladio e la critica neoclassica e Il pensiero critico di Antonio Sant’Elia; nel 1931 si laureò con la tesi "La teoria di architettura di Sebastiano Serlio”. A favorire la rapida ascesa professionale di Argan fu il gerarca fascista Cesare Maria De Vecchi allora ministro dell'Educazione nazionale. Nel 1936-37pubblicò due volumetti sull’architettura medievale e nel 1937-38 un manuale di storia dell’arte per i licei. Nei primi anni ’40 collaborò regolarmente con la rivista Primato, fondata e diretta daGiuseppe Bottai, e con Il ventuno domani, fondata da Felice Chilanti, Francesco Pasinettti e Vasco Pratolini. Nel 1995 iniziò l’insegnamento universitario a Palermo e poi dal 1959 a Roma; fu direttore della sezione moderna dell'Enciclopedia Universale dell'Arte e partecipò alla fondazione della casa editrice Il saggiatore promossa da Mondadori. Nel 1958 entra a far parte del Consiglio Superiore per l’Antichità e Belle Arti, nel quale graviterà a vario titolo almeno fino all’istituzione del Ministero dei Beni Culturali nel 1974; diventa inoltre membro per l’Italia del Comité International d’Histoire de l’Art, del quale sarà eletto presidente nel 1979. Il suo ruolo di rappresentanza viene confermato anche dall’Associazione Internazionale dei Critici d’Arte, che lo nomina presidente nel 1963. Negli anni ’60 ebbe un ruolo di primo piano nel dibattito sullo sviluppo delle correnti più moderne: dall’informale all’arte gestalica dalla pop art all’arte povera fino all'elaborazione della tesi sulla "morte dell'arte", cioè la crisi irreversibile del sistema delle tecniche tradizionali dell'arte nella società industriale e capitalistica. Nel 1962 creò l’ISIA di Roma, istituzione per la formazione dei giovani designer. Sempre in quell'anno divenne presidente dell'associazione culturale "Cenacolo di Torre Orsina”, fortemente voluta dall'amico scultore Aurelio De Felice. Prosegue negli anni la sua attività di difesa del patrimonio artistico: nel 1982 dona la sua biblioteca all’Università di Roma La Sapienza, dalla quale gli viene conferito il titolo di Professore Emerito, e dieci anni dopo fonda l’Associazione Bianchi Bandinelli con l’intento di promuovere il dialogo e la cooperazione tra il mondo della ricerca e quello della tutela. Muore nel 1992.