Biografia di Stefano Arienti
Stefano Arienti nasce ad Asola, in provincia di Mantova, nel 1961. Dopo la laurea in agronomia, si avvicina all'arte sotto la guida di Corrado Levi ed esordisce a metà degli anni '80 alla Brown Boveri (ex opificio adibito a luogo di incontro e sperimentazione di molti giovani artisti) a Milano, dove tuttora vive e lavora. Rielaborando materiali "poveri" e comuni, tra cui carta, libri e immagini tratte da cartoline, manifesti o fotocopie, ma anche polistirolo, plastica, plastilina e tessuti, Arienti crea opere che stupiscono lo spettatore, lo invitano a riflettere sul tema della "meraviglia" e stimolare la loro partecipazione, anche attraverso la manipolazione. Nel 1985 partecipa alla sua prima mostra collettiva con Muffe, intervenendo con gessetti colorati sui muri scrostati e umidi dell'ex fabbrica di motori elettrici Brown Boveri nel quartiere Isola di Milano. È già chiaro quale sarà una costante nella metodologia dell'artista: intervenire su immagini, oggetti o superfici esistenti per dar loro un nuovo aspetto e significato. Successivamente espone a Ferrara e Milano, dove tiene la sua prima personale allo Studio Corrado Levi nel 1986 e allestisce una mostra allo Studio Guenzani nel 1989, presentando la serie Alghe, lunghe e leggere strisce di plastica colorata appese dall'alto, e le Turbine, sculture realizzate piegando pagine di riviste e volumi di carta industriale: in entrambe le tipologie è importante l'aspetto processuale della realizzazione dell'opera, così come la scelta dei materiali tratti dalla quotidianità. Boetti e Munari, Tony Cragg e Carla Accardi, Pino Pascali e Piero Gilardi esercitarono una sensibile influenza sul giovane Arienti. Tra le numerose mostre a cui Arienti ha preso parte, merita sicuramente citando la Biennale di Venezia (Aperto 1990, 1993); Biennale di Istanbul (1992); Cocido y Crudo, Museo Reina Sofia, Madrid (1994); XII Quadriennale di Roma, 1996 (nella quale vince il primo premio); Fatto in Italia, Centre d'Art Contemporain, Ginevra; ICA, Londra (1997); Biennale di Gwangju (2008); XV Quadriennale di Roma (2008). Opere eseguite con la tecnica del traforo, utilizzando la punta di un mini trapano, di materiali diversi prevalentemente attinti dal quotidiano, dalle portiere delle auto ai dischi in vinile, il Macramè, che ripropongono i delicati effetti dell'omonimo pizzo su supporti insoliti come onice o marmo, e di questo periodo sono i Libri Troncati. Negli ultimi anni l'artista ha sperimentato anche grandi installazioni di forte suggestione, come quella denominata Enciclopedia, allestita nel 2009 con libri e lana cardata presso il complesso di Santo Spirito in Sassia a Roma. Tra le sue mostre personali più recenti ricordiamo: MAXXI, Roma (2004); Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino (2005); Isabella Stewart Gardner Museum, Boston (2007); Fondazione Querini Stampalia, Venezia (2008); MAMbo, Bologna (2008); Palazzo Ducale, Mantova (2009); Museion, Bolzano (2011). Stefano Arienti ha insegnato all'Accademia di Belle Arti di Bergamo e dal 2003 è professore alla Facoltà di Design e Arti dell'Università IUAV di Venezia.