Biografia di Paolo Artini
Paolo Artini nasce nel 1929, rispetto ad altri artisti, che hanno affermato il loro stile pittorico, sembra invece che Artini non faccia parte di questo gruppo di avventurieri a riposo, perchè, se anche lui ha inseguito attraverso gli anni un proprio geroglifico virtuale, non ha mai deciso di averlo trovato, e di averlo fatto proprio. Benchè non sia una artista sperimentale nel senso dei pittori informali, o cinetici, oppure optical, del nostro tempo, resta, se si sa vedere al di là delle appraenze, uno sperimentatore irriducibile, ospite di un perpetuo laboratorio dell'arte. Se è vero che molti dei suoi quadri, si considerino i suoi ritratti di donna, sembrano riecheggiare lungamente gli uni negli altri, è necessario prestare maggiore attenzione, perchè l'evidenza è nel suo caso fuorviante. Ogni ritratto rimanda a una qualche peripezia stilistica del tutto nuova, che gli è congeniale, o a delle citazioni perigliose, come quando allude a Modigliani, colli a parte, nell'ovale un po' anamorfico dei volti, o quando sembra ricordare Campigli, con un che di sapore arcaico, e vorrei dire etrusco. Si tratta, però, sempre di esche visive, le vorrei chiamar così, che si spengono sul nascere, spiazzate da una espressività del tutto personale, da un progetto pittorico che sta sospeso tra la geometria e il candore. L’artista passa con molta nonchalance, dalla tela alla pietra, dalla pietra al metallo delle coppe, ostensori dei sogni, dall'approccio figurativo, in cui regge lo specchio alla natura, a una serie di tormentati collages materici. Si tratta di una testimonianza nelle opere di quella sua inquietudine d'artista, di quel suo cercare, e cercarsi, che ho già sottolineato come suo peculiare stile di vita, che si traduce perpetuamente in arte. E' anche vero, però, che anche Paolo Artini, cercatore insonne di tesori di bellezza, ha scovato in sè stesso un archetipo, che l'accompagna, angelo ausiliatore, sempre meravigliosamente congruente, attraverso gli anni. Voglio chiamare in causa la sua colomba, un miraggio di luce, un bianco fantasma che appare, scompare e riappare ancora, reduce da un mitico diluvio, per portare con sè il suo messaggio di tenerezza e di pace.