Biografia di Gianni Baldo
Gianni Baldo nasce a Reggiolo (RE) il 4 aprile 1944.
Dal 1964 al 1968 realizza un ciclo di opere (xilografie, linoleografie e lavori polimaterici) intitolato “Ambiente”, che anticipando i movimenti ambientalisti ed ecologisti, denunciano il già evidente stato di degrado dell’ecosistema mostrando un’attenzione per le tematiche del rapporto tra uomo e natura che caratterizzerà il suo percorso creativo. Dello stesso periodo è anche il ciclo “Conflitti” ispirato dalla guerra del Vietnam.
Dal 1969 al 1973 realizza il ciclo “Composizioni musicali” un gruppo stilisticamente compatto di opere nel quale la musica viene tradotta in un'armonia pittorica che si differenzia dalle opere precedenti e successive per una maggiore serenità e che coincide con uno dei periodi più felici della sua vita caratterizzato dal matrimonio con Marinella Ceriati e la nascita del figlio Andrea. Con Marinella Ceriati, sua musa ispiratrice, ha un sodalizio non solo umano ma anche professionale e creativo che dura per tutta la vita di Baldo.
Dal 1979 al 1981 le forme della pittura di Baldo si fanno più essenziali e realizza il ciclo “Aggressioni e Lacerazioni” ispirato dalla guerra in Afghanistan del quale il critico d’arte Alessandro Righetti sottolinea il messaggio morale alto e severo al di la delle ideologie, che si pone sempre dalla parte dell’uomo e della sacralità della vita.
Nel 1981 in una mostra alla galleria Teatro Minimo a Mantova propone un nuovo ciclo “Situazioni, Tracce, Rapporti” nel quale le opere si caricano di umori tipici dell’uomo contemporaneo come irrequietezza, senso di sconfitta, ansietà e rappresenta una svolta cruciale per la successiva evoluzione della sua arte. In questo periodo inizia la sua attività di promotore culturale che si manifesta nei decenni successivi con una continua ed intensa attività di ideatore e organizzatore di numerose mostre personali e collettive nell’Italia centro- settentrionale.
Nel 1985 la provincia, l’EPT e il comune di Reggio Emilia gli dedicano una mostra antologica nel Palazzo del Capitano del Popolo per celebrare i suoi venti anni di attività, con la presentazione del critico d’arte Franco Solmi.
Nella seconda metà degli anni Ottanta realizza i cicli “Il tempo dell’angoscia” (esposto a Piombino (LI) e a Mirandola (MO) ) nel 1988 e “Squarci nella memoria” nel 1989 del quale Marzio Dall’Acqua scrive: “ Dar ordine al mondo, dargli una forma chiara e leggibile sembra essere il compito che Baldo si è assunto. In questo “lavoro” è tale il dominio della materia che i simboli ... perdono la carica dirompente, eversiva per piegarsi ad un linguaggio che è prima di tutto costruzione rigorosa, impaginazione sicura, rigida e ferrea salvaguardia di un un’estetica che tutto domina, tutto piega, ad un piacere che è essenzialmente quello del fare artistico”. Di nuovo nel solco della sua sensibilità ambientale nel 1989 è ideatore e promotore alla rassegna “Dal Po all’Adriatico un grido” presentata dall’etologo Giorgio Celli.
Dal 1989 al 1990 realizza il ciclo “I vissuti dell’uomo” che espone nel 1991 nelle sale dell’Esedra di Palazzo Ducale a Mantova. Durante gli anni Novanta l’artista svolge un’attività espositiva di particolare intensità ideando e partecipando a mostre a Brescia, Empoli, l’Aquila, La Spezia, Lissone, Milano, Mantova, Monza, Firenze, Foggia, Roma, Seregno, Trento e Trieste e in numerose località in tutta Italia.
Nel 1991 realizza un ampio ciclo di opere sulla guerra del Golfo; sempre nello stesso anno espone le opere polimateriche nella rassegna “Oltre i confini delle nebbie. Tre generazioni di tre province a confronto” a cura del critico d’arte Marzio Dall’Acqua.
Nel 1993, insieme a Giuseppe Gorni ed Arnaldo Bartoli, espone un ampio numero di opere grafiche, riassuntive della sua ricerca di grafico nel periodo dal 1978 al 1990, nella mostra “La sgorbia graziosa” a cura di Marzio Dall’Acqua.
Nel 1994 il comune di Quattro Castella (RE) gli dedica la mostra personale “Conflitti 1964 -1984” che compendia opere ispirate dalle guerre del Vietnam, dell’Afghanistan e del Golfo. Nel catalogo, Vittorio Cavicchioni scrive: “ ... Baldo era un solitario che, pur condividendo in parte l’azione del movimento realista, operava coraggiosi interventi nella società che non dovevano restare modeste grafie illustrative ma, al contrario, dovevano andare di pari passo con altri interventi, parimenti incisivi, nel campo dell’estetica... per la sua efficacia, la sua capacità di comunicare, per il suo modo originale di esprimersi, su tavola con reperti poveri o materiale d’accatto; si può sinceramente dire che il lavoro di Baldo si collocasse, allora, nella nascita delle avanguardie e ci rammarichiamo di non averlo scoperto ed apprezzato come esso doveva”.
Nello stesso anno la Provincia e il Comune di Reggio Emilia insieme al Comune di Reggiolo gli dedicano la mostra “Gianni Baldo testimone del tempo” a cura del critico d’arte Giorgio Segato, nella quale vengono presentate le opere di due nuovi cicli “Vorrei...” e “Dove erano le foreste”. Nel catalogo Giorgio Segato scrive: “... Baldo è un artista teso ad essere testimone del proprio tempo: non un tormentato ricercatore di verità o un balbettante contestatore, bensì uno che sente e dice con genuina immediatezza da che parte sta e si deve stare, da che parte non si deve andare. Le figure del racconto sono pochissime, ritagliate, giustapposte, così che non partecipano della stessa natura dello sfondo, figure di un ‘teatro’ della vita che Baldo coglie con sguardo introspettivo, individuando quello che è il vero dramma del mondo contemporaneo: la separatezza, l’emarginazione”.
Nel 1998 in occasione della mostra personale a Bondeno (FE) presso la Casa Società Operaia presenta la monografia “Gianni Baldo. Armonia di segni comunicanti” che documenta i trent’anni della sua ricerca artistica, con testi di Dino Pasquali ed Alessandro Righetti.
Nel 1999 cura la pubblicazione del libro “Percorsi in arte, rassegne del 1989 al 1999” con presentazione di Alfredo Gianolio e testi critici di: Antonio Carbè, Giorgio Celli, Marzio Dall'Acqua, Werther Gorni, Benvenuto Guerra, Federico Napoli, Dino Pasquali, Franco Pone, Alessandro Righetti, Enzo Santese e Giorgio Segato; il libro documenta le quarantuno rassegne d'erte contemporanea ideate e organizzate da Gianni Baldo dal 1989 al 1999, nelle quali ha conivolto 136 artisti di tre generazioni provenienti da tutt'Italia.
Nel 2000 a Palazzo Ceni di Medole (MN) presenta un nucleo di sculture polimateriche realizzate dal 1989 al 2000 nella rassegna “Scultura – Sette variazioni sul corpo” che rappresenta un'antologia dell’attività di scultore.
Nel 2003 in occasione della personale alla Torre Civica di Medole (MN), viene presentata la monografia “Gianni Baldo. Una storia assiduamente incisa”, che documenta la ricerca artistica nella grafica dal 1968 al 2003.
Nel 2006 la personale “Gianni Baldo. Il silenzio delle foglie” è una nuova svolta nell’attività pittorica dell’artista e viene presentata contestualmente al libro “Gianni Ceresini e Gianni Baldo. L’importanza di un incontro” nel quale si evidenzia il forte sodalizio dell’artista con lo scrittore Gianni Ceresini.
Nel 2009 nel salone Fancelli della Rocca medioevale di Reggiolo realizza la mostra personale “Legati a doppio filo” curata dallo storico dell’arte Sabrina Arosio.