Biografia di Carlo Banali
BANALI CARLO. Salò, 16 settembre 1859 - 27 giugno 1944.
Fin da giovane lavora come restauratore e decoratore. Frequenta al tempo stesso i corsi serali della R. Scuola di Brera in Milano; a Torino studia all’Accademia Albertina e alla Scuola tecnica operaia. In quell’ambito partecipa a concorsi segnalandosi fra i condiscepoli e conseguendo titolo per l’insegnamento. Tornato a Salò nel 1888, intraprende un lungo periodo scolastico nella Scuola d’arte. Si sposa ed ha due figli precocemente orfani di madre: altro cocente dolore gli sarà dato dalla morte del figlio, aviatore, caduto nel cielo d’Albania nel 1919. Legato d’amicizia a Cesare Bertolotti, ne risente l’influsso, soprattutto nelle opere di cavalletto dedicate al lago di Salò. L’attività di docente, più che pittorica, lo rende caro ai salodiani, che nel 1936 lo onorano stringendoglisi attorno: fra i concittadini che lo festeggiano sono l’insigne Angelo Zanelli, l’allievo ormai famoso Angelo Landi, Pier Focardi, lo storico di Venezia Pompeo Molmenti.
Famiglia, scuola, lavoro sono sempre stati gli ideali del pittore; numerosissimi sono i suoi dipinti dedicati alla terra natale della quale ritrae con tocco postimpressionista antichi palazzi e chiese, apportati angoli e scorci suggestivi, tanto che oggi i suoi dipinti acquistano notevole valore documentario. Rare le vedute di località distanti da casa, Venezia, Napoli, Campiglio, Iseo, Asiago o della Toscana, colte durante fuggevoli viaggi. Notevole anche il pastellista, e l’abilità dell’affreschista testimoniata da superfici dipinte a Torino, Maderno, Salò, Moniga…
Legata alla tradizione lombarda, la sua pittura è lineare nel disegno, castigata e calda nei toni. Schivo, severo con se stesso “fu nell’insegnamento, saggio e si prodigò con paziente maestria nelle aule della scuola salodiana per mezzo secolo”.
Numerosi suoi dipinti ha esposto per una mostra commemorativa la “Galleria S. Gaspare” in Brescia, auspice l’Ateneo di Salò, nel dicembre 1973.