Biografia di Matthew Barney
Matteo Barney è stato un artista americano nato a San Francisco nel 1967. È considerato uno degli artisti contemporanei più influenti, utilizza i linguaggi del cinema, della scultura e del disegno per creare opere (come video, installazioni e performance) incentrate sul temi dei processi vitali, del corpo e dell'identità sessuale. Si è laureato a Yale nel 1989 e si è trasferito a New York dove ha lavorato con il gallerista B. Gladstone. Negli anni '90 inizia a presentare mostre personali in tutto il mondo, ricevendo prestigiosi riconoscimenti (tra cui l'Hugo Boss Prize nel 1996). La sua arte fonde nuovi media tecnologici, forme espressive disparate e ideali artistici vari e opposti come se avesse assorbito tutte le opere più eclettiche degli anni precedenti, superandole in completezza e ricchezza. L'interesse di Barney è rimasto legato all'immaginario e alla costruzione di un'ineguagliabile cosmogonia di immagini potenti, muovendo il panorama artistico attraverso un mondo enigmatico e visionario, post-umano. Nei suoi primi lavori, le allusioni sessuali erano combinate con la resistenza fisica e il potenziamento muscolare. Il suo passato di atleta di successo, modello affascinante e brillante studente di corsi di anatomia a Yale erano aspetti autobiografici che divennero ricorrenti nel suo lavoro. Barney non è mai stato assoluto ma sempre eclettico, e per questo ha potuto incorporare scultura, fotografia e video arte nella filosofia dell'arte performativa degli anni '70, perfettamente in sintonia con le nuove priorità di una generazione più giovane. Non a caso Barney è stato spesso definito un artista bulimico e vorace che non ha paura di assimilare tutto e di metabolizzarlo in una revisione dei generi cinematografici - che vanno da Kubrick ai film horror e western, dalle commedie vittoriane ai musical di Busby Berkeley e Leni Il filmato del Terzo Reich di Riefenstahl - tutto intriso di una sfida al kitsch e al cattivo gusto. Tra le sue opere più note il ciclo Cremaster (1994-2002, composto da cinque film dai tratti onirici e surreali) e il progetto incompiuto Drawing Restraint, che sviluppa uno degli aspetti più interessanti della sua poetica: l'esplorazione del corpo maschile attraverso sforzo fisico estremo per generare uno stato ipertrofico, sottile metafora della creazione artistica. Barney è stato uno degli artisti più rappresentativi dell'ultimo decennio di un secolo inquieto e rivoluzionario come il Novecento, ed è di questo che abbiamo bisogno ancora oggi. Il suo distacco dalla realtà si traduce in un'apparente assenza di giudizio, in un universo immaginario sospeso tra naturale e artificiale, reale e virtuale, che sa parlare del passato come del presente. Nel 2007 ha vinto il prestigioso Goslar Kaiser Ring.