Biografia di Giulio Bartolomei
Giulio Bartolomei è nato nel 1930 a San Benedetto del Tronto, un piccolo borgo di pescatori sulla costa adriatica italiana. La sua infanzia e adolescenza sono state fortemente influenzate dalla bellezza naturale della sua città natale e dalla tranquillità della vita costiera. Bartolomei ha dimostrato fin da giovane di avere un intelletto recettivo e una grande sensibilità artistica. La sua arte è caratterizzata da una vasta gamma di tematiche, tra cui l'impegno sociale e ambientale, la filosofia hippie e delle questioni di attualità. Ha poi esplorato generi più "leggeri", come la rielaborazione ironica di opere di grandi maestri del passato e la pittura paesaggistica, specialmente rappresentando il mare adriatico della sua città natale. Negli anni '70, Bartolomei si è interessato alle "isole di statue" realizzate dall'artista Salvatore Fiume, dove gruppi di sculture si sostituivano al terreno, trasformandosi in paesaggio. Bartolomei ha tratto ispirazione da questo concetto per la sua serie più famosa, "I rottami riabilitati", che ha esposto con grande successo di pubblico e critica a Roma nel 1983 presso il centro "Insieme per fare" a Montesacro. In questa serie, Bartolomei ha utilizzato i rottami di auto per creare un mondo allucinato e alienante, dove il terreno è interamente sostituito da oggetti ammassati. La pittura è analitica, fredda e obiettiva, l'atmosfera quasi metafisica. Bartolomei ha reso con tragica evidenza il senso di asfissia derivato dall'accumulo sregolato dei rifiuti urbani che minacciano la nostra vita quotidiana. Nella sua arte, Bartolomei ha esplorato la dicotomia tra progresso e ritorno alle origini, città e natura, razionalità e istinto, oppressione e libertà, apatia e passionalità. Ha costruito terribili scenografie e composto musiche ovattate, ambigue e inquiete, che esprimono i sentimenti di alienazione e angoscia dell'umanità.