Biografia di Alfredo Biagini
Alfredo Biagini è nato a Roma nel 1886 da una famiglia di orafi. Nel 1905 si è iscritto all'Accademia di belle arti di Roma, frequentando i corsi di architettura e scultura. Negli anni successivi ha viaggiato tra Roma e Parigi, dove ha seguito corsi di anatomia. Nel 1912 ha partecipato a Roma al II concorso nazionale per il pensionato artistico di decorazione, indetto dal ministero della Pubblica Istruzione con due bassorilievi in gesso ispirati al tema delle "feste primaverili", di stile classicheggiante. Durante la prima guerra mondiale si è stabilito a Villa Strohl-Fem a Roma dove da tempo lavoravano artisti di gusto secessionista, dove ha acquisito uno stile di costruzione essenziale e un'attenzione alla linea decorativa. Nel 1915 ha esposto a villa Strohl-Fem una scultura di una Fanciulla Dormiente e alcune figure di animali esotici a decorazione delle sale per l'esposizione dei progetti architettonici. Ha continuato a raffigurare gli animali soprattutto felini e quadrumani, interpretandoli al di là dell'obiettività naturalistica dei soggetti, con caratterizzazioni fisionomiche e mimiche elementi derivatigli dallo studio della anatomia comparata e dagli studi dal vero nei giardini zoologici. Ha eseguito numerose opere di toreutica con rami sbalzati di gusto Déco in sintonia con realizzazioni coeve di Renato Brozzi e Attilio Selva, alcuni dei quali vennero esposti alla Fiorentina primaverile (1922) insieme a quattro bronzi, alcune opere in gesso e a disegni. l suo successo anche nel campo della ceramica è attestato dalla partecipazione alla Mostra internazionale d'arte a Ginevra del 1920-21 (sezione italiana). Con C.E. Oppo e Gino Severini fu nel comitato organizzativo per la XIV Biennale di Venezia (1924), mentre nel 1926 si dedicò alla produzione di disegni per la rivista "900" di Bontempelli. Nel 1927 Marcello Piacentini lo chiamò alla realizzazione dell'apparato plastico del cinema-bar-ristorante Quirinetta, in cui rivisitava con modi e iconografie etruscoromane gli amati temi degli animali esotici e del mito classico impiegando vari materiali: terracotta, bronzo, argento, stucco e mosaici. Nel 1931, al concorso internazionale per le porte bronzee del duomo di Orvieto, presentò alcune formelle in linea con le posizioni di Arturo Martini per l'accentuato arcaismo (De Guttry-Maino Quesada, 1985, p. 86). Nel 1935 partecipò, con un grande bronzo raffigurante una Giovane donna sdraiata, all'Esposizione d'arte italiana a Parigi. Negli anni 1936-1939 ricevette commissioni per grandi cicli plastici di tendenza celebrativa: prima a Milano, con altri cinquanta artisti, per il gigantesco apparato decorativo del piacentiniano Palazzo di giustizia. Negli anni 1930-1931 ha lavorato alla monumentale Via Crucis nella chiesa di Cristo Re a Roma e alla decorazione a stucco del cinema teatro Barberini. Nel 1939-40 ha realizzato per la fronte del palazzo dell'Istituto nazionale fascista di previdenza sociale un fregio ad altorilievo lungo 41 metri. Negli ultimi anni della vita si è dedicato all'arte religiosa e ha partecipato al concorso per la porta bronzea della basilica di S. Pietro che vinse. Biagini è morto a Roma nel 1952. Nel 1954 ha avuto la sua prima mostra retrospettiva organizzata da Giorgio De Chirico.