Biografia di Alberto Bianchi
Rimini 1882 - Milano 1969
Nipote del pittore Mosè Bianchi, inizia l'attività a Roma e la prosegue a Milano dedicandosi in particolare all'illustrazione di giornali e riviste («Corriere dei Piccoli», «La Lettura», «II Secolo Illustrato»). Negli anni Trenta crea alcuni bozzetti pubblicitari: nel 1933 realizza il suo più noto manifesto che reclamizza la Fiat Ardita con l'immagine di una ragazza al volante in atteggiamento ed abbigliamento che risentono del costume fascista.
Pittore, illustratore, cartellonista. Figlio e nipote d'arte: sua madre, Anita Sangiorgi, fu la fondatrice della celebre "Bottega riminese degli arazzi" e della "Scuola di ricamo Sangiorgi" apprezzatissime in tutta Italia, sulla scia dell'Aemilia Ars; suo zio fu il celebre pittore Mosè Bianchi. Dopo gli studi all'Accademia di Belle Arti di Roma, allievo di Antonio Mancini, si distingue per i suoi ritratti dal tratto veloce e nervoso (famosi quelli di Gina Lollobrigida e di alcuni personaggi appartenenti a Casa Savoia: ma notevole è anche il ritratto dello scrittore Ferruccio Luppis, al quale illustrò La ruota). Si impegna anche in decorazioni a fresco lavorando sia in Italia che all'estero (teatro di re Fuad in Egitto). Molto attivo come illustratore collabora a numerosi giornali tra cui "Numero", "Lidel", "Novella", il "Secolo illustrato", "La lettura", "II Secolo XX", "II corriere
dei Piccoli", "II Milione" e il "Guerrin Meschino" per diversi anni, con inconfondibili figure di donnine eleganti e maliziose. Numerose le illustrazioni per copertinedi libri, tra cui quelli dei mondadoriani "romanzi della rosa" e "della palma", nonché un'edizione delle "Le avventure di Pinocchio" (1942). Realizza vari bozzetti per fortunate serie di cartoline illustrate, caratterizzate dal gusto elegante e frivolo della high society di cui era assiduo frequentatore. Cartellonista di successo, fra i suoi manifesti più noti ricordiamo quelli per le Fiat "Ardita" e "Ballila" del 1936, per le calze Omsa, per la pubblicità della Cassa di Risparmio delle Province Lombarde e per la spiaggia di Rimini. Nonostante i suoi frequenti viaggi all'estero e la sua gravitazione negli eleganti circoli artistico mondani milanesi e romani, le sue presenze a Rimini furono frequenti e costanti sia per le visite pressoché mensili alla madre, che per il legame affettivo che volle mantenere con il vivace ambiente artistico locale. Amico di Luigi Pasquini, animatore del salotto artistico riminese dagli anni Trenta, collaborerà ai giornali estivi da lui diretti: "Rimini la più bella spiaggia del mondo" (1925-1926), "Rimini, sorrisi di spiaggia" (1930), Rimini (1931). Illustrò con le sue caricature anche il foglio di cronache balneari riminesi "Gazzettino Azzurro". Per il suo dipinto "Amanti", un referendum popolare indetto nell'ambito della "Prima esposizione nazionale di Belle Arti" di Rimini nel 1929 lo segnala tra i migliori pittori italiani assieme a Vittorio Pardo e Gaetano Previati.
L'unica mostra personale tenuta nella sua città natale è del 1948.1 suoi manifesti, caratterizzati dalla estrema semplificazione del lettering, spesso ridotto al solo nome del prodotto o del committente, affidano tutta la comunicazione all'immagine ed alla gestualità dei personaggi che dominano, sempre, a tutto campo.