Biografia di Tommaso Binga
Tomaso Binga, nome d'arte di Bianca Pucciarelli Menna, è nata a Salerno nel 1931. Ha avuto una formazione classica e fin da bambina ha coltivato la passione per la poesia e l'arte figurativa, influenzata soprattutto dal padre. Dopo circa un decennio trascorso in Uruguay come disegnatrice e decoratrice, nel 1972 ha iniziato ad utilizzare la scrittura desemantizzata, un tipo di scrittura automatica che le ha permesso di superare le regole linguistiche e di liberarsi dal significato delle parole attraverso l'illeggibilità. Fra i suoi primi lavori ci sono Polistiroli, Ritratti analogici e Scrittura desemantizzata. Durante la sua carriera artistica, ha scelto di utilizzare lo pseudonimo Tomaso Binga per esplorare il ruolo della donna nella cultura dell'epoca, interrogandosi sui privilegi riservati agli artisti uomini nel mondo dell'arte. Nel 1976 ha creato la celebre serie Scrittura Vivente, in cui utilizzava il suo corpo nudo per creare le lettere dell'alfabeto, come segni gestuali. Questo progetto è stato realizzato grazie alla collaborazione con la fotografa Verita Monselles. La serie è stata un'occasione per riflettere sullo stretto legame fra il corpo della parola e il corpo della donna, entrambi portatori di significati profondi e potenti. Nel 2019, l'artista è stata chiamata da Maria Grazia Chiuri per reinterpretare la serie Scrittura Vivente nell'ambito della sfilata autunno-inverno di Dior. Questa collaborazione ha dato vita ad una grande installazione intitolata Alfabeto Poetico Monumentale, costituita da fotografie del corpo della donna che formano le lettere dell'alfabeto. L'opera è stata esposta nei giardini del Musée Rodin e accompagnata dalla recitazione di una poesia femminista. Binga ha sempre dimostrato una grande sensibilità alle rivendicazioni delle donne e ha frequentato il gruppo romano di via del Beato Angelico, un importante centro di elaborazione culturale fondato da Carla Accardi, Suzanne Santoro e Nedda Guidi. Ha inoltre apprezzato l'audacia e la determinazione della gallerista Romana Pace e della curatrice Mirella Bentivoglio nella promozione dell'arte delle donne.