Biografia di Benedetta Bonichi
Benedetta Bonichi, classe 1968, crea le sue opere uniche dal 1997 utilizzando una tecnica personale: la radiografia, di cui esistono solo tre precedenti esempi individuali, e che ha riscosso un grande successo di critica fin dalla sua prima presentazione pubblica. Il suo primo esperimento è stato su un pollo con l'assistenza di un radiologo, poi è passata alla figura umana. La sua tecnica si è evoluta nel tempo e ha imparato a produrre da sola le sue radiografie: le elabora elettronicamente e le stampa su tela o carta preparata con sali d'argento che poi ritocca e modifica per ottenere l'effetto desiderato, oppure utilizza fogli di alluminio. Con questa tecnica sente di potersi esprimere liberamente. Lavorando con le radiografie, si rende conto che la trasparenza è la chiave per raggiungere la verità, andare dritti al punto. L'ironia è un ingrediente fondamentale nel lavoro di Bonichi: "Il piacere e l'ironia sono le uniche due porte. C'è spazio per l'ironia anche se la morte e la vita sono due temi su cui si sofferma spesso, e sono quasi sempre giustapposti perché la Bonichi non vede la morte: "Per me la morte semplicemente non esiste . Lo nego. Non voglio dare soddisfazione, alla vecchia signora." In questo contesto, c'è anche un chiaro pensiero artistico su un aspetto chiave dell'arte, l'estetica: "L'estetica è inganno. La radiografia rifiuta la luce e mostra l'invisibile. La radiografia è l'estetica dell'invisibile". La trasparenza può quindi essere considerata essenziale per la sua poetica. Nel 2002 ha luogo la sua prima mostra, To see in the dark. Da lì è salita al successo che l'ha portata ad esporre in Italia e in giro per il mondo, guadagnandosi la Targa d'Argento del Presidente della Repubblica Italiana, Carlo Azeglio Ciampi, per la diffusione all'estero dell'Arte Contemporanea Italiana.In molte opere trae ispirazione dal classicismo, ad esempio, in Wedding Banquet 2003, realizza studi di nature morte che ricordano la tradizione.Guarda figure anonime, in particolare: dagli affreschi e graffiti del Paleolitico ai Sumeri, agli Egizi, alle incisioni paleocristiane, l'impronta di una mano in una fortezza in mezzo al deserto giordano , insieme al pesce morto di Goya e Pollok, Leonardo, tra contraddizioni e virtù racconta l'umanità fatta di amore, ma anche di non senso, vanità e ridicolo nella sua convinzione di essere eterna.E la trasparenza sottolinea tutto questo, rendendolo visibile e quindi "fatto". Non nascosto, non ipotetico. Usa anche il video, e sempre come se si trattasse di radiografie, per esempio in Interviste impossibili: si può citare Piovani che gli accarezzava il cranio immaginando che un giorno sarebbe diventato calvo invecchiando, o le notizie lette attraverso una radiografia.