Biografia di Faita Bonomo
Bonomo Faita nasce nel 1955 a Brescia. Ha frequentato l'Istituto d'Arte di Gargnano dove ha studiato materiali e tecniche, concentrandosi in particolare sulla ceramica. È un artista eterogeneo che usa la fotografia, il disegno, la scultura e la pittura nel suo lavoro. Il suo linguaggio espressivo è composto da molteplici tecniche, ma come dice lo stesso artista, non si divide in generi. Faita offre uno sguardo ironico sul mondo attraverso forme e tratti quasi infantili. I materiali con cui lavora sono semplici: carta, cartone, terracotta, legno e fotografie. Lo scenario evoca spesso sogni e luoghi fiabeschi incantati, a volte malinconici. Nelle sue opere emergono spesso contraddizioni ed elementi contrastanti, che tuttavia trovano armonia ed equilibrio. Egli giustappone elementi di grande profondità fisica e concettuale con oggetti quotidiani, come la luna che si riflette in un secchio d'acqua; una scatola di cartone, disegnata su una scatola di cartone, contenente un cielo stellato; un castello arroccato su una roccia sospeso nel vuoto. Bonomo è una presenza anomala all'interno della scena artistica contemporanea: il suo lavoro è silenzioso, sotterraneo, quasi segreto, ma allo stesso tempo curioso, insolito, inestimabile, privo di relazioni e dipendenze precostituite o filiazioni dirette. Conosce Franco Toselli in una mostra tramite Paola Pezzi nel 1993 quando il gallerista, che aveva già 'concluso' l'esperienza con gli artisti della neoavanguardia (uno per tutti, Boetti), si era già avventurato in territori inesplorati. Nel 1996 espone a "Mostra d'Adda" insieme a Enzo Forese, Kazumasa Mizokami, Riccardo Gusmaroli, Claus Larsen, Charlemagne Palestine, Lisa Ponti, Antonio Serrapica, Paolo Truffa, Gabriele Turola, ed altri, tutti artisti che l'anno successivo sarebbe conosciuto come Portofranco. Per l'artista, questo è lo spazio morbido di cui parla Celant. È l'iperuranio, un giardino d'infanzia dove possono germogliare anche forme gentili, solitamente esiliate dal sistema dell'arte, un asilo politico per le idee. Quanto ai suoi compagni di viaggio, sono tutti altrove. È la diaspora, come la peluria del dente di leone che viene sparsa dal vento e i semi volano in ogni direzione".