Biografia di Marco Brandizzi
Marco Brandizzi nasce a Roma, dal 1977 al 1980 studia psicologia alla facoltà di Psicologia di Roma. Si diploma nel 1985 all’Accademia di Belle Arti di Roma. I due livelli di studio interagiscono nella sua attività artistica che spazia da una visione psicologica e sociologica: Immagine CNN, Serial killer, Zero a una più filosofica e esistenziale: Utopia, Meno duecento settanta tre virgola quindici gradi, CNC machine e le serie Tavolo pensiero, Musica rivoluzionaria, Mappe. Nel 1993 partecipa alla sez. “Aperto” della Biennale di Venezia. Dal 2014 al 2020 è stato direttore dell’Accademia di Belle Arti di L’Aquila dove ha promosso la ricerca e la sperimentazione nel campo delle arti visive. Ha partecipato come relatore a due edizioni di Arte e scienza organizzato dal Gran Sasso Science Institute e dall’Accademia delle Arti del Disegno. Attualmente è docente dell’Accademia di Belle Arti di Roma. Vive e svolge la propria attività di ricerca artistica e teorica a Roma. Appassionato di linguistica, oltre che di filosofia e storia contemporanea, Brandizzi usa la scultura, il video, l’istallazione ambientale e il disegno per arrivare al cuore universale del discorso artistico. Di rilevante importanza è la mostra personale “Ascoltavo musica rivoluzionaria” che si muove tra misticismo rivoluzionario e diario intimo passando attraverso riflessioni sociali e sulla natura dell’arte. Prende spunto come titolo dalle meditazioni mistico-rivoluzionarie del poeta Aleksandr Aleksandrovič Blok (1880-1921) che, all’inizio dell’epoca bolscevica, esortava il popolo russo ad ascoltare “…questa musica della rivoluzione”. Brandizzi, infatti, nelle sale di Palazzo Lucarini dipana un racconto che sembra fatto di posizioni opposte, tra sorprendenti stimoli percettivi e inattese associazioni mentali. Un racconto che trova equilibrio nella coincidenza di elementi in apparenza distanti: trascendenza e guerra, spazio quotidiano e filosofia, popolo e intimità.