Biografia di Stefano Butera
Stefano Butera nasce a Varese nel 1949. E’ del 1971 la prima personale alla galleria “Internazionale” di Varese. Nel 1972 è a Ginevra e le sue enormi tele suscitano l’ammirazione del critico francese René Terrier che gli dedica un lusinghiero articolo. La sua figurazione appare subito legata ad un forte sentimento umanistico. L’artista non espone una pittura fatta di parole, il più delle volte incomprensibili, o di concetti celati e nascosti nei meandri più profondi della mente umana. Butera è uno che dipinge sul serio e lo dimostra benissimo in ogni opera. La difficile tecnica adottata dai fiamminghi attraverso le sovrapposizioni di colore ad olio per velatura vive in ogni suo quadro, trasformandolo in qualcosa di magico e appagante. I suoi paesaggi sono dipinti sapientemente ed è innegabile anche agli occhi dell’osservatore meno esperto. Sono di facile lettura visiva e di elaborata tecnica pittorica allo stesso tempo. Le sue vedute rivelano, nella cura della loro stesura e nella precisione dei particolari, il prezioso legame tra l’artista e la bellezza del territorio italiano, la relazione stretta tra la natura e il suo modo unico di saperla reinterpretare. Le sue vedute rivelano, nella cura della loro stesura e nella precisione dei particolari, il prezioso legame tra l’artista e la bellezza del territorio italiano, la relazione stretta tra la natura e il suo modo unico di saperla reinterpretare. Butera partecipa attivamente alla vita dei suoi quadri, subendone il fascino, nutrendoli di sentimento, rendendo meraviglioso ciò che già è superlativo. Le sue vedute sono piene di grazia e poesia: di immensi orizzonti, di soavi acque carezzate dal vento, di campi irradiati di sole e di serenità. La maremma toscana, i canneti del lago di Varese e del lago di Pusiano, il Lago di Como e i boschi dell’Insubria sono i suoi soggetti più amati. Durante la sua carriera artistica Butera alterna mostre personali in Italia e all’Estero fino al 1987, anno d’inizio della sua fatica più impegnativa; una serie di affreschi di grandi dimensioni ispirati all’Enciclica “Redemptor Hominis” commissionati per la chiesa di San Grato a Varese. In quel lavoro, che lo impegna per due anni, Butera raggiunge un antitesi formale, recante l’impronta della poesia, affidata ad un autentico sentimento religioso. Inizia successivamente la serie dei “Paesaggi Italiani” che tuttora continua. Diciamo subito che la dimensione ottimale per queste opere è il grande formato, dall’ampio respiro strutturale. Nel 1989 viene invitato dal comune di Varese a partecipare alla mostra itinerante che partendo da Villa Mirabello prosegue per Mosca, Kijev, Tblisi. Illustra due libri editi dalla casa editrice Dall’oglio. Nel 1994 espone alla prestigiosa Fondazione Dominion di Montreal. Dall’inizio della sua attività ha esposto in più di novanta Gallerie in tutto il mondo.