Biografia di Jorge Camacho
Jorge Camacho è nato a L'Avana il 5 gennaio 1934. Autodidatta, la lettura precoce lo ha portato ad interessarsi al surrealismo. Le riviste europee e i libri di André Breton, Paul Éluard e Georges Peret lo aprirono alla scoperta di un intero universo creativo e intellettuale, anche se Camacho riconobbe sempre che furono la pittura e la vita di Paul Gauguin a decidere la sua vocazione pittorica. La sua irrequietezza lo portò a viaggiare fuori dall'isola caraibica, e finì in Perù e Messico, dove dominavano i muralisti (Siqueiros, Orozco), che non lo interessavano affatto e gli causarono grande delusione quando vide "un'arte estremamente politicizzata". . Tuttavia, a Città del Messico trova Rufino Tamayo e Carlos Mérida, allora emarginati dai muralisti di fervente ideologia stalinista. Tamayo lo influenzò fortemente, così come le opere di Wilfredo Lam, e successivamente Joan Miró e Yves Tanguy. Poco dopo, nel 1959, Camacho si recò a Parigi, dove incontrò lo scultore cubano Agustín Cárdenas, un caro amico di André Breton. È così che Camacho e Breton si incontrano, un incontro decisivo, poiché lo scrittore invita Camacho a far parte del gruppo surrealista e delle sue attività, oggi già fatti storici consustanziali all'arte moderna. Camacho ha riconosciuto anni dopo all'Università di La Laguna a San Cruz de Tenerife, durante una conferenza sul surrealismo, che questo era "l'inizio di una nuova vita artistica e intellettuale". Con una carriera prismatica e coerente, Camacho è stato, oltre che pittore, disegnatore, incisore, poeta e fotografo. Si interessa profondamente a letture di esoterismo e alchimia e approfondisce Sade, Bataille e Panizza. Nel 1961 Breton scrive i testi per la sua prima mostra personale a Parigi e nel 1965 lo inserisce nel canonico Le surréalisme et la peinture (Gallimard).
L'ultimo viaggio di Jorge Camacho nella nativa Cuba risale al 1967 in occasione del Paris May Salon all'Avana, dove i suoi dipinti furono esposti insieme a quelli di Picasso, Lam, Ernst e altri grandi. Ma quel viaggio è di maggiore importanza collaterale. Camacho e Margarita incontrano lo scrittore Reinaldo Arenas e iniziano un'amicizia che durerà tutta la vita. Camacho, che respira il disappunto ambientale dell'isola e la situazione repressiva, in quell'occasione riesce a far uscire da Cuba alcuni manoscritti. Impegnato nelle lotte per le libertà a Cuba, nel 1988 scrive e pubblica una dura lettera a Fidel Castro in cui chiede giustizia per il popolo cubano. In quell'occasione i suoi dipinti scomparvero temporaneamente dalle sale del Museo Nazionale di Belle Arti dell'Avana. Appartenente alla cosiddetta terza generazione della pittura cubana moderna, Jorge Camacho ha raggiunto uno stile consacrato, riconoscibile, distintivo, dalle sue gamme di marroni calmati da un'ombra grigia inquietante alle sue architetture instabili o ai suoi esseri immaginari, con interni in cui abbondavano le configurazioni ossa e strutture totemiche dipinte con cura e preziosità.