Biografia di Franco Cannilla
Franco Cannilla (1911 - 1985) Nato a Caltagirone (Catania) il 13 febbraio 1911, è morto a Roma alla fine del 1984. Avviatosi ad una progressiva astrazione della forma plastica, già dalla fine degli anni Quaranta, realizza dagli anni Cinquanta una ricerca di classica armonia proporzionale, anche attraverso l'uso del modulo, nella realizzazione di oggetti d' "arte concreta" in rapporto anche ai nuovi materiali industriali. Frequenta il Liceo Artistico di Palermo e due anni l'Accademia di Belle Arti di Palermo. Lavora come decoratore e realizza sculture. Dal 1940 risiede a Roma nel 1942 esordisce in una personale, col pittore siciliano Pippo Rizzo, esponendo sculture e disegni presentati da P.M. Bardi, che lo definisce uno dei dieci migliori scultori italiani. A metà degli stessi anni Quaranta realizza sculture, sempre di carattere classico figurativo, come Ballerina, Nudo n. 2 del 1945, con le quali si presenta alla Galleria del Secolo a Roma. Nel breve giro di qualche anno si orienta a ricerche di carattere astratto. Partecipa nel 1943 alla prima Quadriennale del dopoguerra, la IV. F. con ricerche già configuratamente astratte allestisce nel 1950 una personale alla Galleria dello Zodiaco di Roma, presentata da Alberto Savinio, proponendosi nello stesso anno alla XXV Biennale di Venezia. Lavora già da tempo come "orafo", progettando direttamente i modelli. Nel 1952 partecipa al concorso internazionale per il Monumento al prigioniero politico ignoto, e nello stesso anno gli viene assegnato un premio alla Tate Gallery di Londra. Nel è nuovamente presente alla XXVII Biennale di Venezia e all'inizio dei Sessanta tende a soluzioni di carattere costruttivista, di sollecitazione percettiva, vicine alle ricerche di carattere cinetico. Modifica l'uso dei materiali, ed adotta quelli anche di produzione industriale: acciaio, plexiglas ecc. Nel 1961 Giovanni Carandente lo introduce nel catalogo della personale alla Galleria del Cavallino a Venezia. E con tale lavoro di carattere cinetico-costruttivista allestisce una sala personale alla XXXIII Biennale del '66 a Venezia e nel 1968 gli viene assegnato il primo premio nell'ambito della VI Biennale romana. Nel 1981 Caltagirone gli dedica un'antologica, presentata in catalogo da Filiberto Menna.