Biografia di Amerigo Carella
Amerigo Carella nasce a Torino nel 1940. Inizia ad esporre nel 1970 e viene invitato a partecipare a diverse rassegne d'arte nazionali tra cui: 1972-74: "L'uomo e l'acqua e L'uomo e il cielo", Mostra d'Arte Contemporanea , Gonzaga; 1975: XVII Premio Vasto per la Pittura "Le figure dell'Enigma" (medaglia d'oro) - 1976; Galleria d'Arte Moderna, Gallarate; 1987: "Effetto Arcimboldo - Eco Merchandising", Palazzo Grassi, Venezia; 1990: Torino Arte, Biennale d'Arte Moderna e Contemporanea; "Un itinerario sul filo della scultura", Centro S. Benin, Aosta. Ha tenuto mostre personali sia in Italia che all'estero.
Dal 1989, la sua ricerca artistica si è orientata verso soluzioni più orientate agli oggetti, mirando a risolvere la sua immaginazione utilizzando materiali diversi. Nonostante lavori nel regno della fantasia e del surrealismo, Carella evita i canoni imposti, intraprendendo invece un'avventura in nuovi regni dell'immaginazione. I suoi quadri non si limitano a raffigurare personaggi più o meno riconoscibili, ma scoprono le tracce della presenza in azione, dove il senso e la portata dell'esistenza si reinventano continuamente, dove la vita è un magma informe che la presenza dell'uomo può plasmare a sua immagine e somiglianza .
Va detto senza esitazione che i dipinti di Amerigo Carella sono un raro e seducente esempio di arte fantastica, una cifra stilistica singolare in Italia, singolarmente e nel suo insieme. Nelle sue opere la marionetta è sempre stata presente in qualche modo, non esplicitamente, ma attraverso l'esistenza del "filo". Il "primo filo" della carriera pittorica di Carella è apparso nei suoi disegni e acquarelli nel 1971, all'età di 31 anni, nell'opera intitolata "Sul filo", dove diceva di rappresentare se stesso, nella difficoltà della vita, nell'incertezza, e pericolo da superare, in quanto raffigurava una figura che cammina in equilibrio su un filo che attraversava la superficie da una parte all'altra.
Nelle sue opere il riferimento al filo è duplice, in quanto le figure non solo camminano sui fili ma i loro corpi sono costituiti da masse aggrovigliate che li comprimono, evidenti dalle pose costrittive che simboleggiano i limiti in cui giace l'uomo, non libero di vivere i suoi sogni e desideri, e nello stesso tempo scomporsi nello sforzo di superarli.
Secondo l'inclinazione, Carella ha scelto un'area di ricerca e di operazione che va da certe trasparenze di Ad Reinhard alla potenza di certe figure di Fernand Léger, il suo "territorio" è quindi molto vasto, ma anche così impraticabile da non permettere , in ogni caso, "riduzioni di tensione": i risultati - i quadri ei disegni, cioè, mostrano come Carella, nell'entrare nell'uomo, sia capace di una lucidità e di un'intransigenza quantomeno inconsuete.