Valerio Castello (1624 - 1659), seguì il suo apprendistato nella bottega di Domenico Fiasella e poi in quella di Giovanni Andrea de Ferrari, ma nessuno di questi influenzò significativamente il suo stile. Infatti, Valerio si distinse già giovanissimo dalla tradizione pittorica genovese. Leggi la biografia completa
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Valerio Castello (1624 - 1659), seguì il suo apprendistato nella bottega di Domenico Fiasella e poi in quella di Giovanni Andrea de Ferrari, ma nessuno di questi influenzò significativamente il suo stile. Infatti, Valerio si distinse già giovanissimo dalla tradizione pittorica genovese. Non seguì la corrente naturalista in voga nella Genova degli anni Quaranta del Seicento, ma operò scelte autonome. Tra il 1640 e il 1645 si recò a Parma e Milano e attraverso l'osservazione attenta delle opere dei fiamminghi e dei veneti presenti nelle collezioni genovesi, inaugurò un nuovo corso della stagione barocca, caratterizzato da una pittura dinamica, gioiosa e musicale. Nel 1647 realizzò due tele per l’oratorio di San Giacomo della Marina. Entro la primavera del 1654, affrescò la volta del salotto della Fama nel palazzo di Giovanni Battista Balbi (oggi Palazzo Reale). Nella seconda metà di quell'anno, lavorò nel vicino palazzo di Francesco Maria Balbi (oggi Palazzo Balbi Senarega, sede dell'Università). Assieme a Domenico Piola decorò la volta della chiesa di Santa Marta. Morì giovanissimo in circostanze sconosciute