Biografia di Gigi Chessa
Luigi Chessa nasce a Torino nel 1898. Durante la sua infanzia, ha vissuto a Parigi e si è trasferito a Torino nel 1909, dove ha frequentato l'Accademia Albertina tra il 1914 e il 1918, seguito da un anno di studio con il pittore A. Bosia. Nel 1920 ha incontrato Spadini a Roma e, alla fine dell'anno, ha lavorato per un po' di tempo ad Anticoli, in Ciociaria. Si è interessato a Fattori, le cui opere ha avuto occasione di vedere alla Biennale romana del 1921, e a Cézanne, ammirato alla Biennale di Venezia del 1920. Nel 1922 ha esposto alla Promotrice di Torino e ha iniziato a collaborare con l'azienda Lenci, per la quale ha realizzato diversi progetti di mobili e tappeti. Nel 1923 è stato premiato alla Biennale delle arti decorative di Monza, dove ha esposto una Camera per la prima colazione e una Sala delle bambole, e ha partecipato con dipinti alla I Quadriennale di Torino e alla XIV Mostra veneziana di Ca' Pesaro, dove figurava come allievo di Casorati. Nel 1924 ha esposto alla galleria Pesaro di Milano e al Lido di Venezia, e nel 1925 alla Società Fontanesi di Torino, nuovamente a Ca' Pesaro e alla mostra parigina d'arte decorativa, dove è stato premiato. Come architetto-decoratore e scenografo, nel 1925 ha restaurato il vecchio Teatro Scribe, che ha preso il nome di Teatro di Torino e del quale è stato direttore per un anno. Sensibile pittore di paesaggi, nudi e nature morte, nel 1926 è stato invitato alla I Mostra del Novecento Italiano a Milano, nel 1927 alla Quadriennale di Torino e alla mostra di pittori italiani contemporanei al Museo Rath di Ginevra e a Zurigo. Sempre nel 1927 gli è stata affidata la cattedra di scenografia alla Scuola Superiore di Architettura di Torino, e ha esposto l'arredamento di una Farmacia alla III Biennale di Monza. Nel 1928 è stato presente con una rassegna completa della sua attività alla XVI Biennale di Venezia, dove ha anche realizzato decorazioni per le sale d'esposizione. Nello stesso anno ha partecipato anche alla I Mostra di architettura razionale a Roma e ha progettato i padiglioni dei fotografi e delle Valli di Lanzo per l'Esposizione di Torino. La notorietà di Chessa è particolarmente legata al gruppo dei "sei pittori di Torino", che includeva J. Boswell, N. Galante, C. Levi, F. Menzio ed E. Paulucci. Il loro movimento era principalmente basato sul gusto, in opposizione al dichiarato romanità dei novecentisti e al loro ostile corporativismo verso ogni influenza straniera. Il gruppo torinese, al contrario, si riconosceva nelle comuni premesse culturali dell'arte moderna ed europea. Nonostante la sua grave malattia, Chessa non ha rallentato il suo lavoro: nel 1930 ha realizzato opere pubblicitarie per le aziende Venchi Unica e Vis Securit a Torino, ha arredato l'azienda Solaro e la casa dell'amico R. Gualino; sempre a Torino, nel 1932, ha allestito vetrine per la Mostra della moda e ha realizzato l'arredamento del bar Fiorina. È morto prematuramente il 23 aprile 1935 a Torino, dove nello stesso anno gli è stata dedicata una retrospettiva presentata da C. Levi: l'anno successivo la Biennale di Venezia gli ha reso omaggio.