Biografia di Riccardo Chicco
Riccardo Chicco nasce nel 1910 a Torino, a 18 anni entra a far parte della scuola di Felice Casorati. Ma da sei il desiderio di pittura, vivo in lui fin dall’infanzia, ha iniziato a tradursi in impegno di studio: prima alla scuola tradizionale del paesaggista e ritrattista Vittorio Cavalleri, poi, dai quindici ai diciotto anni, a quella molto più stimolante di Giovanni Grande, dove si applica soprattutto al nudo e alla figura. Nello studio di Casorati resterà tre anni, incontrandovi accanto ai veterani come Daphne Maugam e Nella Marchesini, i giovani, coetanei o quasi: Cremona, Bonfantini, Avendo e Paola Levi Montalcini. Nel 1931 esordisce alla Società Promotrice delle Belle Arti di Torino, poi viaggia molto in Italia, Parigi, Londra, Monaco.
Da Londra torna con un amore sviscerato per Turner, “l’ultimo pittore”, come scriverà molti anni più tardi, ritrovandolo alla Biennale veneziana. All’Alte Pinakothek di Monaco studia Rubens, i fiamminghi, i veneti del Cinque-Sei-Settecento. A Parigi frequenta la scuola di copia del Louvre e scopre dal vivo Cézanne, Van Gogh, Matisse, Dufy, Ensor.
Partecipa dal 1938 al 1942 alla Mostra del Sindacato Nazionale Fascista Belle Arti di Milano.
E’ del 1946 la sua prima mostra personale a Torino presso la Galleria del Bosco. Ma di contro al classicismo monocromatico di Casorati, Chicco è già portatore di un istintivo espressionismo che matura presto al contatto diretto con i pittori d’oltralpe, espressionisti e fauvisti. E’ la scoperta del colore, di un uso esplosivo del colore, di un “colore che canta”, “che si scapriccia”. Ritratti, autoritratti, e anche caricature, rivelano la profondità del suo sguardo, la sua capacità di intuizione psicologica, nello scrutare, analizzare, forzare –anche fino alla deformazione grottesca– le fisionomie dei ritrattati.
E questo suo guardare a fondo e svelare il segreto di un volto è tuttavia anche un atto profondamente erotico, seppure di un erotismo spiritualizzato: è denudare un’anima, è un sedurre e possedere. Nel marzo del 1946, presentato da Casorati, ordina la sua prima mostra personale alla Galleria del Bosco di Torino e subito dopo alla V Quadriennale di Roma del 1947 (Figura) e nel 1948 (Figure, Figure e lago, Figure a sera, Colloquio in ombra e Colloquio in luce), 1950 e 1956 è invitato alla Biennale veneziana.
Fra la metà degli anni ’50 e quella dei ’60, sono frequenti i suoi soggiorni liguri, Genova, La Spezia, Rapallo, Bordighera, Diano Marina, Albisola, si occupa molto di ceramica e di mosaico, sono anni di fervida attività in cui Chicco porta a completa maturazione la sua ricerca pittorica e la sua tecnica espressiva.