Biografia di Giovanni Colacicchi
Giovanni Colacicchi (Anagni, 19 gennaio 1900 – Firenze, 27 dicembre 1992) è stato un pittore italiano.
Nato da nobile famiglia, figlio di Roberto, proprietario terriero, e Pia Vannutelli, discendente del pittore Scipione Vannutelli, passò gran parte della sua infanzia tra Roma e Firenze, fino alla conclusione dei suoi studi superiori, stabilendosi poi definitivamente a Firenze alla fine della prima guerra mondiale. Nel 1919 cominciò la sua carriera artistica di pittore come allievo di Francesco Franchetti. Grazie al suo maestro cominciò a frequentare gli ambienti artistici e culturali della città.
Fu tra i fondatori delle riviste culturali Rivista di Firenze (nel 1924 insieme a Giorgio de Chirico e Alberto Savinio) e Solaria (nel 1926, insieme a Eugenio Montale, Giuseppe Ungaretti, Carlo Emilio Gadda e Italo Svevo).
Nel 1924 sposò Amalia Zanotti, di nobile famiglia originaria del biellese, poi trasferitasi in Calabria con la famiglia, che gli fece conoscere il territorio calabrese della Costa dei Gelsomini, tra Locri e Roccella Jonica, che divenne fonte d'ispirazione di molte sue opere.
Nel 1930 allestì la sua prima mostra personale, nella galleria Saletta Fantini a Firenze. Fece diversi viaggi per l'Italia da Venezia fino alla Calabria, a Parigi dove trascorse un lungo periodo di vita, fino al Sud Africa nel 1935, spinto dal desiderio di visitare luoghi lontani ed esotici e di superare il dolore per la separazione con la moglie. Rientrato in Italia, nel 1937 ebbe il primo figlio Piero e nel 1942 il secondo figlio Francesco da Flavia Arlotta (pittrice, originaria di Sorrento), che sposò poi nel 1952. Si trasferì per un certo periodo a Roma con la nuova famiglia, e lavorò nello studio di Renato Guttuso. Durante il periodo della guerra, influenzato dai tumulti dell'epoca, si unì al Partito d'Azione.
Dopo la guerra s'interessò alla teoria dell'arte, formando gruppi di discussione con intellettuali e artisti dell'epoca come Onofrio Martinelli. Dalla metà degli anni settanta, con la rivalutazione della critica nazionale dell'arte della prima metà del novecento, anche Colacicchi divenne noto e venne rivalutato il suo contributo nella sua opera artistica e culturale.