Biografia di Luigi Comencini
Luigi Comencini nasce a Salò nel 1916. Dopo aver trascorso l'adolescenza nella provincia francese, si laurea in architettura al Politecnico di Milano, dove fa parte della rivista artistico-letteraria "Corrente". A metà degli anni Trenta, insieme ad Alberto Lattuada e Mario Ferrari, si dedicò al reperimento e alla conservazione di vecchi film, gettando le basi per la fondazione della Cineteca Italiana a Milano. Negli anni Quaranta collabora come critico cinematografico, prima con "Avanti!", poi con il settimanale "Tempo". Il suo esordio cinematografico avviene nel 1937 con il cortometraggio La novelletta, che riprende la tradizione documentaristica che costituisce uno dei leitmotiv di tutta la sua attività e che si svilupperà subito nel dopoguerra con la sua prima opera importante, il cortometraggio documentario Bambini in città (1946), sulla condizione dell'infanzia nelle periferie urbane. L'opera suscitò l'interesse della Lux Film, che gli affidò la realizzazione di un film sulla scia del successo ottenuto in quegli anni da Boys town di Norman Taurog (1938). Comencini dirige così il suo primo lungometraggio, Proibito rubare (1948), ambientato tra gli scugnizzi napoletani, di cui è stato anche sceneggiatore con Suso Cecchi d'Amico e Armando Curcio; tuttavia, il film non ha realizzato gli incassi previsti al botteghino. La produzione degli anni Sessanta e Settanta si snoda lungo diverse linee tematiche e creative: dalle commedie parodistiche Il compagno Don Camillo (1965) e I servizi segreti italiani (1968) al drammatico Senza sapere niente di lei (1969), dall'amara ironia da Lo scopone scientifico (1972) e Delitto d'amore (1974) al thriller La donna della domenica (1975), all'apocalittico moralizzatore L'ingorgo, una storia impossibile (1979). L'eterogeneità di questa produzione giustifica l'opinione di chi considera Comencini l'autore di un 'cinema medio', trionfo di generi e personaggi, attento alla descrizione degli ambienti e dei profili psicologici e spesso discontinuo negli esiti espressivi. Negli anni successivi l'interesse per l'infanzia torna al centro della filmografia di Comencini, ulteriormente caratterizzata da lunghe produzioni televisive letterarie: Cuore (1985) di E. De Amicis e La Storia (1987) di E. Morante. Nel 1992 c'è stato un remake di Marcellino pane e vino. Autore di difficile catalogazione, come testimoniano le varie etichette ('regista dell'infanzia', padre del 'neorealismo rosa' o della 'commedia all'italiana') attribuitegli dalla critica, Comencini ha saputo cogliere i cambiamenti dell'Italia del dopoguerra, nella sua dimensione sociale oltre che soggettiva, attraverso una filmografia molto varia per scelte tematiche e registri narrativi. Premiato con l'Orso d'argento a Berlino nel 1954 per Pane, amore e fantasia (1953), nel 1967 ottiene il David di Donatello per la migliore regia per Incompreso (1966) e nel 1987 il Leone d'oro alla carriera alla Mostra del cinema di Venezia.