Biografia di Bettino Craxi
Bettino Craxi (1934 - 2000) è stato il primo ministro italiano più longevo del dopoguerra (1983-87), ricoprendo la carica con notevole disinvoltura e presiedendo un periodo di forte crescita economica; ma è ricordato come un tragico simbolo del devastante scandalo della corruzione in Italia e l'uomo che di fatto distrusse il Partito Socialista Italiano (PSI). Nato a Milano, figlio di un avvocato siciliano, Craxi abbandona l'università per dedicarsi alla politica. A soli 18 anni entra a far parte del PSI ed entra a far parte del comitato esecutivo regionale di Milano. Craxi diventa segretario del partito nel 1976 dopo un colpo di stato organizzato contro il segretario in carica. Efficace comunicatore, sensibile all'importanza dei media, Craxi seppe convincere l'elettorato borghese che il PSI era il partito più in sintonia con la nuova generazione di imprenditori di spicco responsabili del "miracolo economico" degli anni '80. Il suo stile di leadership autocratico, noto come "decisionismo", ha segnato un cambiamento rinfrescante rispetto alle infinite discussioni politiche e all'attuazione inefficace delle politiche, i tratti distintivi del governo democristiano. I sostenitori del partito sono stati nominati a posizioni dirigenziali chiave con l'intesa che avrebbero scremato fondi a beneficio dei loro padroni politici e sono state chieste tangenti illegali in cambio di quasi tutti gli appalti pubblici. Il sistema, noto come Tangentopoli, è crollato quando una combinazione di crescente avidità politica e recessione economica ha reso il fardello insopportabile per gli uomini d'affari che ne pagavano il conto. Durante le sue due amministrazioni, il governo riuscì a ridurre l'inflazione tagliando il sistema di indicizzazione salariale automatica e negoziò un nuovo concordato con il Vaticano in sostituzione dei Patti Lateranensi del 1929. Allo stesso tempo, è stato fatto poco per affrontare l'enorme deficit di bilancio e nulla per far avanzare la riforma politica. Mentre la mafia prosperava in gran parte incontrollata nell'Italia meridionale, Craxi si occupò di una serie di offensive contro l'indipendenza della magistratura. Tra le accuse di corruzione nello scandalo Tangentopoli, fuggì in Tunisia, dove fu condannato in contumacia a otto anni e mezzo di reclusione il 29 luglio 1994 per aver accettato $ 4.400.000 dal corrotto Banco Ambrosiano milanese per le casse del Partito socialista. Morì ad Hammamet, in Tunisia, nel 2000 all'età di 65 anni.