Biografia di Achille D'orsi
Achille D'Orsi nasce a Napoli nel 1845. Nel 1857 si iscrive al Reale Istituto di belle arti di Napoli, dove frequenta la scuola di scultura diretta da Tito Angelini. Pur essendo ancora tradizionale l'insegnamento dell'Angelini, egli non si oppose alle nuove tendenze veristiche che si andavano diffondendo tra gli studenti più giovani, sull'esempio dell'opera di Stanislao Lista. Il talento di D'Orsi era già evidente nel 1863, quando presentò alla II Esposizione della Società promotrice di belle arti di Napoli la scultura in terracotta Un garibaldino ferito, oggi conservata al Museo nazionale di Capodimonte di Napoli. . L'opera, ancora romantica nel soggetto e nell'ispirazione, rivela un'intenzione realistica nel rappresentare il tema eroico in chiave umana, senza compiacenze epiche o mitologiche.
Gran parte della prima attività di D'Orsi è legata alle mostre della Società promotrice napoletana, dove presenta opere come Un pescatore nel 1864, Don Basilio nel 1871, La beghina nel 1872, La calunnia ( La calunnia) nel 1874, Il cabalista (Il cabalista) e Sulla fossa (Sulla tomba) nel 1876. Queste opere erano per lo più piccoli schizzi in terracotta o in gesso, in cui personaggi della vita quotidiana venivano interpretati in modo espressivo. D'Orsi acquistò rapidamente grande fama a Napoli, realizzando alcuni soggetti che sarebbero poi entrati a far parte del repertorio della scultura di genere. Il Salvator Rosa, una delle creazioni più vive e sensibili dello scultore, fu eseguito in terracotta a grandezza naturale come modello per un monumento da erigere in una piazza di Napoli.
Negli anni '70 dell'Ottocento lo stile realistico di D'Orsi si precisa, seguendo le orme di Domenico Morelli e Francesco Paolo Michetti in pittura. Abbandona il modellato liscio e compatto, ancora legato alla scultura romantica e purista, e predilige superfici ruvide e irregolari, accentuando i contrasti di luce ed esaltando le qualità cromatiche dei materiali utilizzati. In questi anni l'esperienza artistica di D'Orsi si lega anche a quella di Vincenzo Gemito, con il quale condivide la predilezione per alcuni soggetti popolari napoletani, come gli scugnizzi, i pescatori e gli ambulanti. Entrambi furono influenzati anche dall'arte classica, ma con esiti diversi. Mentre Gemito si accosta direttamente al naturalismo ellenistico attraverso lo studio dei bronzi ercolanesi, traendone certe indicazioni tecniche e stilistiche, per D'Orsi il richiamo al mondo antico rimane una suggestione piuttosto esteriore.
Negli anni successivi, D'Orsi era diventato una figura riconosciuta a livello nazionale, contribuendo alla diffusione della scultura realistica in Italia. In particolare a Milano, dove partecipò nel 1878 all'Esposizione di Brera con la Testa di marinaio in bronzo, svolse un'intensa attività artistica, tanto da poter essere considerato tra gli iniziatori del realismo lombardo. Già nominato professore onorario nel 1878 per meriti con le sue opere, proseguì la sua carriera presso il Reale Istituto di belle arti di Napoli. Nel 1887-88 divenne libero professore di scultura, nel 1895 si aggiunse al professore titolare di scultura Emanuele Caggiano, ed infine, nel 1902, fu nominato professore di scultura e Preside dell'istituto, incarico mantenne fino al 1915. Morì a Napoli l'8 febbraio 1929.