Biografia di Chiara Duzzi
Chiara Duzzi nasce a Castelbaldo (Pd) nel 1955, dal ramo materno discende dai Semeghini di Quinstello (Mn), tra cui i noti pittori: Roberto, Defendi e Pio Semeghini.
Inizia a dipingere verso i tredici anni riprendendo i luoghi le atmosfere e i colori della campagna veneta costruendo uno stile tutto suo, partecipa ad esposizioni locali fin dall’adolescenza.
Per ragioni familiari si trasferisce a Milano con i genitori e i nonni materni e frequenta il Liceo Artistico (tra i suoi insegnanti gli scultori Angelo Grilli, Vincenzo Pelati, Luciano Manara) e l’Accademia di Brera, con il professor Manfredi, Ferrari, De Grada, Diana, Veronesi e Palazzoli sotto la direzione di Domenico Purificato.
Espone a Milano e in vari centri della provincia, conosce il pittore Mario Bardi in corso Garibaldi e lavora nel suo studio per qualche tempo, conosce Enrico Bay e frequenta vari studi di pittori in zona Brera. In questo periodo la sua pittura si esprime attraverso figure umane dai tratti geometrici di estrazione picassiana ma con tratti di pennellate e colori che ci riportano all’espressionismo di Van Gogh.
Partecipa a due edizioni del Natale d’Oro a Milano, espone all’Arengario con Crippa, Dova, Gabriele Mandel, e molti altri artisti e partecipa a vari concorsi col Centro Artistico Lombardo.
A 18 anni si sposa, nasce una figlia, frequenta ugualmente l’Accademia di Brera e si laurea, viaggia continuamente tra Milano e Fano prima di abitarvi stabilmente per due anni; espone in Gallerie d’arte e partecipa a concorsi vicino a Fano, dove le consegna un premio Paloma Picasso.
Nel 1980 ritorna a Milano con la figlia dopo la separazione dal marito e, per guadagnare, trova lavoro nel campo dell’arredamento, interrompe solo temporaneamente la sua ricerca pittorica.
Nel 1981 partecipa al concorso promosso dal Circolo Carlo Erba dove la premia Ernesto Treccani.
Verso la fine degli anni ottanta la Duzzi, trova lavoro nel restauro conservativo di affreschi e quadri, frequenta corsi di restauro e lavora in equipe in molte chiese e palazzi in Lombardia, Veneto e al confine svizzero; quando il lavoro scarseggia, chiede supplenze alle scuole medie statali di Milano e provincia e insegna per circa quattro anni, intanto crea nuove opere di forte intensità emotiva tra cui incisioni, punte secche, tecniche miste a olio e frammenti di specchi e plastica irridescente, corde, collage con carta di giornale, acquerelli con fili di cotone, disegni a china.
Riprende ad esporre dal 1990 in poi, periodo in cui conosce critici d’arte come: Manuela Boccali, Sandro Marini Giorgio Segato, Giuseppe Possa, Gianni Pre, Franco Migliaccio, Mario De Micheli, Giorgio Seveso, è socia del Museo della Permanente di Milano , dove espone nel 2001 in collettiva e conosce artisti come gli scultori Giuseppe Scalvini, Achille Gunzardella, Alfredo Mazzotta, il pittore Gabriele Nuzzarello; galleristi tra cui Giovanni Billari della Galleria Ciovasso di Milano.
Il pittore Gabriele Mucchi ultra novantenne che le fa un piccolo ritratto all’interno del suo libro:”Le Occasioni Perdute”, poi, a novantasei anni, viene in autobus a vedere una sua mostra alla Galleria Nuovo Aleph di Milano, e le scrive:”…Ciò che mi sembra interessante e diverso da quello che si vede in giro è che Chiara Duzzi ha delle idee e che le rappresenta.”.
Nel 1992 a Castelbaldo, a casa dell’amico Sergio Cervato, pittore anche lui, la Duzzi incontra il pittore Inos Corradin, veneto nato in Piemonte nel 1929, che ha vissuto a Castelbaldo l’infanzia e l’adolescenza e nel 1950 è emigrato in Brasile; in quell’incontro dopo un intenso colloquio, Inos le dona un catalogo delle sue opere già famose nel mondo.
Dal 1995 in poi la pittrice si risposa e si trasferisce a Pessano con Bornago dove nasce il secondo figlio, frequenta l’ambiente artistico padovano dove conosce lo scultore, orafo, Mario Pinton.
Chiara Duzzi continua a dipingere e prosegue il suo curriculum di mostre; la sua pittura è più morbida, il colore vibra e l’intuizione del momento, con l’uso della spatola, viene realizzata sulla tela con una istintualità gestuale, in sintonia con gli eventi del suo vissuto: le emozioni, i movimenti del subconscio che ricordano le opere sognanti di Chagall, di Otto Dix per i drammi della guerra e i temi sociali, e un po’ di Enrico Baj (che la pittrice ha conosciuto mentre faceva Brera) per l’inserimento di materiali e collage.
La sua attività pittorica negli anni duemila è costante e si concretizza in mostre collettive e personali, pubblicazioni (con Alberto Casiraghy realizza tre libri Pulcinoelefante tra cui uno con poesie di Alda Merini), illustrazioni e copertine di tre raccolte di poesia della poetessa Isabella Scabello.
Attiva nella cultura del mondo artistico contemporaneo e locale, espone con artisti pregevoli di Gorgonzola e dintorni come Carlo Monti, Mario Grandi, Pastori di Bussero, il gruppo Il Gelso di Gessate e con molti altri stimati artisti.
Le viene richiesto il design di tastiere di pilotaggio per macchine di lavanderie industriali, interfoni per i sistemi radio terra treno nel settore metalmeccanico dei treni della metropolitana milanese, organizza corsi d’Arte, consulenza estetico-decorativa, lavora nel restauro conservativo di tele per privati, enti pubblici, scuole e associazioni.
Collabora come giurato in premi artistici.