Biografia di Piero Fonio
Piero Fonio (1929 - ), dopo le esperienze nella bottega di Felice Casorati e quelle nel Movimento Arte Concreta (MAC), ha assunto uno stile personale ed inconfondibile. Il fare arte di Piero Fonio implica necessariamente una profonda conoscenza della pittura intesa come mezzo espressivo e al contempo dello spazio interpretato come entità tridimensionale capace di contenere l’immensità del tutto. Sin dalle prime ricerche figurative, esperienze di pittura aulica figlie dei preziosi insegnamenti del maestro Felice Casorati che Fonio conobbe e frequentò agli inizi della propria carriera, si riscontrano notevoli qualità nell’utilizzo del colore ed una immediata capacità di composizione. Terminata questa fase legata ad una tendenza nazionale di appel à l'ordre, l’artista di Chieri ha portato avanti una personalissima ricerca. Dopo un periodo di condivisione degli stimoli provenienti dal Movimento Arte Concreta (MAC), dal quale tuttavia si discosta ben presto, Fonio ebbe la possibilità di frequentare la scena artistica di Torino, fulcro centrale delle nuove sperimentazioni nel campo artistico e musicale. Ha conosciuto e frequentato tutti gli artisti che, sotto la guida di Germano Celant, furono inquadrati nel movimento definito Arte Povera, del quale però l’artista non ha mai dimostrato interesse o stimoli di emulazione. Negli anni ’70 Fonio indaga di più il concetto di opera d’arte. Mostra realmente cosa c’è dietro il quadro, abbandona la convinzione che il telaio abbia la sola funzione di supporto, dandogli pari dignità della tela. Una commistione di pittura e architettura, fumetto e musica darà vita ad opere di spiccata originalità realizzate negli anni successivi. Il biennio 1980-90, con le esperienze delle strutture e dei monumenti, sarà fondamentale per approdare ad un ulteriore step. Nei lavori degli ultimi anni, infatti, Fonio abbandona qualsiasi interesse spazialista per concentrarsi sulla forza del colore. Allo stesso modo abbandona la tela per dedicarsi al disegno su carta.