Biografia di Kupka Frantisek
František Kupka (Opočno, 23 settembre 1871 – Puteaux, 24 giugno 1957) è stato un pittore ceco, fra i maggiori esponenti della pittura astratta e dell'orfismo. Le opere astratte di Kupka nascono dal realismo, poi evoluto in pura arte astratta.
Fu profondamente colpito dal primo Manifesto del Futurismo, pubblicato nel 1909 a Le Figaro e alla fine degli anni Dieci, Kupka abbracciò il concetto coloristico dei Fauves (Gallien’s Gusto 1909-1910, Family Portrait 1910). Kupka arriva all'astrazione dopo un lungo lavoro di ricerca. Dal 1908, le sue illustrazioni nella sua rivista "Prometheus" riflettono una grande ricerca artistica: l'autore si interroga a lungo sulla prospettiva, facendo molti studi sia nelle sue illustrazioni che anche nei suoi dipinti. Con il suo dipinto "I tasti del pianoforte" del 1909 ha segnato una rottura nel suo stile rappresentativo. Il suo lavoro divenne sempre più astratto intorno al 1910-11, riflettendo le sue teorie sul movimento, il colore e il rapporto tra musica e pittura (l'orfismo). I suoi personaggi diventano gradualmente confusi, come in una fotografia "in movimento". Il movimento e il tempo sono lavorati da ombre e cambiamenti di colore. Tra il 1910 e il 1911 produce un dipinto intitolato "Madame Kupka tra le verticali", sul quale è racchiuso il volto di sua moglie tra le linee verticali. Da quel momento in poi, le forme geometriche si impongono su nella sua arte e nell'astrazione. Del 1910 sono le sue prime opere astratte, di impressionante esuberanza cromatica, da lui definite "art inobjectiv", arte inoggettiva, con le quali cercava di raggiungere al di là delle apparenze, una realtà di carattere filosofico o addirittura spiritualista. Nel 1911, partecipò alle riunioni del Gruppo Puteaux (Sezione d'Oro). Discute di arte, scienza, matematica e vari concetti alla moda, mentre presenta i suoi dipinti e le sue teorie ad altri artisti. Il gruppo è molto interessato a opere cubiste verso le quali Marcel Duchamp, Francis Picabia e Kupka rimangano però scettici, a differenza di Albert Gleizes e John Metzinger che le difendono.