Lanfranco Frigeri nasce a Quingentole nel 1920. La famiglia gli permette di completare gli studi prima al liceo artistico, poi all'Accademia di Belle Arti di Bologna, e dopo una pausa dovuta alla guerra, termina gli studi all'Accademia di Brera a Milano, sotto la direzione di Giacomo Manzù. Leggi la biografia completa
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Lanfranco Frigeri nasce a Quingentole nel 1920. La famiglia gli permette di completare gli studi prima al liceo artistico, poi all'Accademia di Belle Arti di Bologna, e dopo una pausa dovuta alla guerra, termina gli studi all'Accademia di Brera a Milano, sotto la direzione di Giacomo Manzù. All'inizio della sua carriera, nei primi anni Cinquanta, la scultura gli diede maggiori soddisfazioni. Nel 1950 vince il concorso per la realizzazione di un rilievo in bronzo per una porta del Duomo di Milano e per la statua del beato Michele Carcano, da collocare su un pinnacolo della facciata. L'anno successivo, con "Il sabbiaiolo del Po", partecipa al Premio Suzzara per l'arte contemporanea, e la sua opera viene scelta come simbolo della mostra. Tra il 1955 e il 1956 realizza la statua di "San Giovanni dell'Apocalisse" per il cimitero monumentale di Milano. Negli anni Sessanta la sua produzione artistica diventa prevalentemente pittorica. I suoi temi erano principalmente quelli della femminilità, dell'eros e della caducità del mondo sensibile. Il suo stile è apparso fortemente influenzato da quello di Salvador Dalí. Anche i temi sacri continuarono ad interessare la produzione di Lanfranco. Alle sue opere è dedicata un'intera sala del Museo Diocesano "Francesco Gonzaga" di Mantova, oltre ad altri dipinti e sculture di carattere religioso. Gli anni Settanta segnano una sorta di spartiacque per l'artista mantovano, poiché nel 1970 l'autore di fantascienza Brian W. Aldiss utilizza il dipinto di Lanfranco "I grandi maestri del sogno" per la copertina del suo libro "A Romance of the Equator", e un altro dei suoi quadri divenne la copertina dell'album "Felona e Sorona" del gruppo progressista Le Orme, allora molto popolare. Dalle prime mostre alla galleria del Naviglio di Milano, a Venezia, molte a Parigi per conto del gallerista Carlo Cardazzo, Lanfranco ha contato sette partecipazioni al Premio Suzzara e molte altre mostre, sia in Italia che all'estero, oltre che alla Mantovana area, fino al 2017 con qualche partecipazione anche lo scorso anno. Innumerevoli i critici d'arte che si sono occupati della sua opera nel corso della sua lunghissima carriera, incessante e generosa fino alla fine dei suoi giorni.