Biografia di Pietro Germi
Pietro Germi nasce nel 1914 a Genova. Dopo aver frequentato le scuole medie, si iscrisse all'istituto nautico nel 1931, ma abbandonò gli studi dopo aver partecipato a una crociera nel Mediterraneo. Germi era già interessato alla cultura e alla letteratura, che continuò a coltivare da autodidatta. Appassionato di cinema fin dalla giovinezza, fece parte di una filodrammatica a S. Maria di Castello tra il 1933 e il 1935. Negli anni che precedono il suo trasferimento a Roma Germi si impiegò come spedizioniere, trascorse circa un anno a Milano in quasi totale isolamento e cominciò anche a scrivere. Ormai deciso a lavorare nel mondo del cinema scrisse una primo soggetto, pubblicato dalla rivista Cinema di Milano, quindi un secondo che inviò alla preselezione dei Gruppi universitari fascisti (GUF) di Genova per le candidature di ammissione al Centro sperimentale di cinematografia di Roma. Inizialmente respinta, in quanto il candidato mancava di alcuni dei requisiti richiesti - fra l'altro il possesso di un titolo di scuola superiore -, la domanda di Germi fu poi accolta, anche grazie a un escamotage, suggerito, pare, da A. Blasetti: sarebbe stato accettato ai corsi per gli attori, per cui non era necessario il diploma, ma di fatto avrebbe potuto frequentare quelli di regia.
Nei tre anni che trascorse al Centro Germi non si distinse in maniera particolare, ma si guadagnò, comunque, la fama di allievo promettente.
Durante la seconda guerra mondiale Germi si ammalò di pleurite e fu costretto a nascondersi dalle autorità fasciste, per poi riprendere a lavorare come assistente per due film di avventura.
Nel 1946, Germi scrisse il suo primo vero soggetto, "Il testimone", che fu diretto da lui stesso con la casa di produzione Orbis. Ma il successo arrivò solo con "In nome della Legge" nel 1948. Il problema di Germi era quello di produrre un cinema "popolare, nazionale e non conformista" che gli permettesse di comunicare a una più vasta platea quanto gli urgeva dentro, La soluzione la trovò conformemente al suo abituale modo di fare cinema, tentando cioè moduli narrativi diversi, anche se già sperimentati, e senza mai allontanarsi da una forma di racconto solidamente strutturata, e quindi da sceneggiature curate e ben definite. L'ultimo film è Alfredo Alfredo che fù un felice ritorno al tema dei soggetti, mai realizzati, della sua prima giovinezza. Germi morì a Roma nel 1974, per un aggravarsi della cirrosi epatica di cui soffriva da tempo.