Biografia di Francessco Gioli
Francesco Gioli (San Frediano a Settimo, 29 giugno 1846 – Firenze, 4 febbraio 1922) è stato un pittore italiano della corrente artistica dei Macchiaioli.
Fratello di Luigi Gioli, fu amico di Giovanni Fattori e di Silvestro Lega, spesso in visita alla sua villa di Fauglia. Negli ultimi anni della sua vita fu conosciuto dal giovanissimo pittore Anchise Picchi (1911-2007), divenuto amico del fratello Luigi. Nel 1868 fa la sua prima esposizione alla Società d'Incoraggiamento di Firenze con Carlo Emanuele I di Savoia e l'Ambasciatore di Spagna; questo dipinto l'anno successivo gli procurerà un premio che non lo soddisferà, in quanto comprese che veniva premiata “”un'Arte vecchia fatta da un giovane”, come ebbe modo di dire lui stesso qualche anno dopo. Sempre derivate dal filone storico e di genere ci furono in quel periodo altre due opere: Alfieri che visita Goldoni e Goldoni che visita Gian Giacomo Rousseau. All'inizio degli anni settanta, accostandosi agli innovatori dell'esperienza di “macchia” e particolarmente: Giovanni Fattori e Telemaco Signorini, individua in modo chiaro la sua strada e si rivolge all'osservazione e allo studio appassionato della natura. Ospite di Diego Martelli nella sua tenuta di Castiglioncello, verrà spronato e consigliato a continuare. Insieme ad Adolfo Bellimbau ed Eugenio Cecconi, in questo periodo, dipinge dal vero nella campagna pisana, intense tavolette di chiara impostazione “macchiaiola”. Nel 1870 è presente alla Mostra Italiana di Parma, della cui giuria fanno parte Cristiano Banti, Signorini e Cecioni, ottenendo la medaglia di bronzo con il quadro L'Angelus Domini della mattina; nel 1872 presenta Alla Messa, alla Seconda Esposizione Nazionale di Milano; nel 1875 al Salone di Parigi, espone Nei Campi e Un incontro, oggi conservato alla Galleria d’Arte Moderna di Firenze che ottiene un grande successo. In occasione di questa ultima esposizione, l'Artista si trattiene per circa un mese a Parigi, in compagnia di Fattori, Egisto Ferroni e Niccolò Cannicci anch'essi partecipi con loro opere. Il gruppo viene attratto, non tanto dall'Impressionismo, quanto piuttosto dalla Scuola di Barbizon, allacciando rapporti con molti esponenti di questo gruppo e contemporaneamente rafforzando da parte di Gioli, la convinzione che la sua strada, è la pittura dal vero. Questo viaggio segnerà la svolta definitiva nella produzione di Francesco Gioli, che tralascerà sempre di più le tematiche di interni di gusto borghese/internazionale, orientandosi quasi esclusivamente verso soggetti paesaggistici, scene agresti venate da un sobrio naturalismo e di qualche saldo studio di figura.