Biografia di Julian Gothe
Julian Gothe nasce a Berlino nel 1966. Uno dei lavori più elaborati dell'artista tedesco fino ad oggi è rappresentato da un portale che ricorda una macchina del tempo, anche se in modalità slapstick: un anello ovale rivestito da un tubo al neon violetto poggia su una base inspirata ad un telefono antico, mentre sette lampade da ufficio sporgono dallo stesso come tentacoli (Exit, 2008). Questa creazione, che sembrerebbe essere l'assurda invenzione di un professore pazzo degli anni '20, si ripropone nel disegno di una tavolozza panoramica a fumetti - con linee nitide e privo di colori - pieno di personaggi in abito da sera e tailleur che sembrano essere comparse direttamente da un film di Federico Fellini o Luchino Visconti. La maggior parte di loro è seduta pigramente, mentre due uomini in smoking e cilindro cercano di far passare un terzo uomo, vestito in modo simile, attraverso l'ovale (Resurrection, 2008). È evidente che Göthe non è semplicemente nostalgico di un'epoca passata: indipendentemente dal periodo che descrive, sembra interrogarsi su come determinate tecniche culturali - parodia, intrighi, insinuazioni - si trasformino nel tempo e si riflettano nelle forme che assumono. Göthe ha presentato questo lavoro in una recente mostra presso il Kunstverein di Colonia incentrata sui Les Disques du Crépuscule, in risposta ad una coincidenza singolare: altri due artisti esposti - Claus Richter e Christian Flamm - hanno suggerito indipendentemente l'uno dall'altro di creare una replica di un tavolino da caffè, inclusi tutti gli utensili. Che sia un enigma o meno, non è necessario essere un esperto per capire che il disegno rappresenta una sorprendente parodia dell'ossessione del mondo dell'arte per la referenzialità. Tuttavia, il burlesque di Gothe non è sprezzante, ma rivela un autore intensamente coinvolto in un gioco di allusioni, che il disegno stesso afferra con pienezza (come una donna che indossa una spilla decorata con il logo dei Les Disques du Crépuscule). Tenendo conto di quanto detto, non sorprende che la maggior parte del salotto berlinese di Göthe sia occupata da pile di dischi. Essi rivelano qualcosa sulla curiosità dell'artista nei confronti degli esperimenti avanguardistici che emergono nella cultura mainstream, così come la strana mescolanza di comicità e serietà che ne deriva. Un buon esempio è l'album "Barbra Streisand... e altri strumenti musicali" (1973), in cui Streisand canta coraggiosamente insieme ai suoni degli strumenti ghanesi e degli elettrodomestici da cucina, seguendo l'ispirazione dello spirito di John Cage (che ha eseguito la sua "Water Walk" del 1958 nello spettacolo televisivo di prima serata "I've Got a Secret" nel 1960).
