Biografia di Simon P. Henningsen
Simon P. Henningsen nasce nel 1920 e ha trascorso la sua infanzia in una casa eccezionale che ospitava l'élite culturale dell'epoca. Sin da piccolo, suo padre si dedicava a meticoli esperimenti sulla diffusione e l'ombreggiatura della luce in un laboratorio di illuminazione situato in soffitta. Nel 1925, all'Esposizione Internazionale di Parigi, Simon aveva appena cinque anni quando suo padre, Poul Henningsen, presentò la sua prima rivoluzionaria produzione di luci, segnando una svolta nella sua carriera.
Nel corso dei successivi 40 anni, i progetti di lampade di Poul Henningsen divennero così profondamente radicati nella cultura danese da assumere il proprio nome collettivo: PH-lamps. Pertanto, quando Simon P. Henningsen creò la sua prima lampada nel 1954 e la presentò alla stampa, fu inevitabilmente soprannominata lampada SH.
Simon studiò architettura durante la guerra e, come suo padre, non completò mai gli studi universitari poiché si immerse subito nel lavoro pratico e negli esperimenti. Durante gli anni della guerra, il giovane Simon aiutò suo padre nella creazione di una struttura scenica a forma di conchiglia nei Giardini di Tivoli a Copenaghen. Nel 1945, padre e figlio lavorarono insieme alla ricostruzione del Tivoli Glassalen, che era stato bombardato. Durante questo periodo, Simon si innamorò dell'atmosfera di questo fiorente parco di divertimenti e fece domanda per diventare l'architetto di Tivoli quando gli fu offerta l'opportunità nel 1948. Ottenne il lavoro e per i successivi 25 anni, l'estetica particolare di Tivoli divenne un terreno fertile per i suoi esperimenti nel campo del design.
La sua posizione gli permise di avere una visione globale degli aspetti visivi del giardino, comprendendo la disposizione, gli edifici, le strutture, i ristoranti, i negozi e, non da ultimo, l'illuminazione, per la quale proibì immediatamente l'uso di tubi fluorescenti. Sebbene l'influenza di Simon abbia portato a un radicale cambiamento nello stile di Tivoli verso il design moderno nei decenni successivi, il suo lavoro non fu accolto con entusiasmo dalla comunità degli architetti danesi, che consideravano Tivoli come un teatro, non come una realtà tangibile.
Tuttavia, per Simon Henningsen, Tivoli era esattamente il tipo di parco giochi che avrebbe ispirato le sue creazioni non convenzionali per le quali è ricordato oggi.