Biografia di Akira Kurosawa
Akira Kurosawa nasce a Tokyo nel 1910 e, dopo avere studiato pittura occidentale e aver lavorato come illustratore per alcune riviste popolari, entra, nel 1936, negli studi della casa di produzione PCL (Photo Chemical Laboratory) dove lavora come assistente di Yamamoto Kajirō e scrive alcune sceneggiature, attività che continua per tutta la carriera. Nel 1943 gira il suo film d'esordio, Sugata Sanshirō, aprendosi così il periodo bellico del cinema di Kurosawa in cui il regista, pur già rivelando le sue indubbie qualità, non riesce a sottrarsi alle esigenze della politica nazionale e dei suoi dettami, in particolare quelli relativi all'esaltazione della fedeltà, dell'abnegazione, dello spirito di sacrificio, del senso del gruppo.
Il periodo bellico di Kurosawa si chiude con Tora no o o fumu otokotachi (1945, Gli uomini che calpestano la coda della tigre), anomalo adattamento di un austero classico della letteratura teatrale giapponese sul tema della fedeltà del servo al suo padrone. Kurosawa è riconosciuto per aver aperto al cinema giapponese le porte dell'Occidente grazie all'inatteso Leone d'oro che il suo Rashōmon (1950; Rashomon) ottiene alla Mostra del cinema di Venezia del 1951, inaugurando così una stagione di importanti riconoscimenti attribuiti ad altri film giapponesi in diversi festival internazionali. Appartenente alla generazione dei registi del secondo dopoguerra più impregnati di spirito umanistico, Kurosawa concentra la sua opera sul personaggio, spesso un uomo in caparbia lotta contro i mali e le ingiustizie della società.
L'influenza del cinema americano e dei modelli occidentali è chiara, così come lo è, nello stesso tempo, la capacità di guardare alle forme della tradizionale estetica giapponese. Questa varietà di fonti e forme non è, del resto, che uno dei tanti elementi che determinano la forte tensione del cinema di Kurosawa e che dà vita a quel dinamismo che è, forse, il marchio di stile e poetica più importante del regista. Ed è proprio attraverso il suo ruvido e diseguale montaggio, le frequenti e costanti giustapposizioni di primi piani e campi lunghi, l'alternanza di inquadrature statiche e altre piene di movimento, i raccordi che giocano su conflitti di linee e direzione, che Kurosawa riesce a dar vita a uno stile assai peculiare pari, per intensità espressiva e originalità di risultati, a quello dei grandi maestri della tradizione, come Ozu Yasujirō e Mizoguchi Kenji.
Il premio ottenuto da Rashōmon non è che il primo di una lunga serie di riconoscimenti attribuiti al regista che culminano nel Leone d'oro alla carriera, conferitogli alla Mostra del cinema di Venezia nel 1982, e nell'Oscar, sempre alla carriera, del 1990.