(Roma, 5 dicembre 1914 – Milano, 3 marzo 1989).Si forma a Roma nel Liceo Artistico dove poi sarà titolare di Cattedra dal 1939. Nel 1942 è premiato alla XXIII Biennale d'arte di Venezia ed è invitato alla Quadriennale Nazionale di Roma.Durante la guerra, tenente dei granatieri, fu deportato in un lager in Polonia. Leggi la biografia completa
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(Roma, 5 dicembre 1914 – Milano, 3 marzo 1989).Si forma a Roma nel Liceo Artistico dove poi sarà titolare di Cattedra dal 1939. Nel 1942 è premiato alla XXIII Biennale d'arte di Venezia ed è invitato alla Quadriennale Nazionale di Roma.Durante la guerra, tenente dei granatieri, fu deportato in un lager in Polonia. Lì disegnava ritratti di ufficiali e li barattava per una razione di cibo in più. Non firmava mai i suoi disegni per timore di essere scoperto e perché non voleva che, una volta uscito dal lager, i suoi dipinti venissero venduti. Numerosi dei suoi dipinti rappresentavano la sofferenza provata nei lager, infatti in molti dei ritratti c'erano scritte più volte le parole "fame...fame". Altri rappresentavano una sorta di speranza per poter uscire dal lager. Al termine del conflitto, Lazzaro, ritorna in Italia, riprende l'insegnamento e ricomincia l'attività pittorica. Nel 1958 fonda il "Movimento Poeti-Pittori".La sua pittura si avvia nell'ambito della Scuola Romana giungendo poi alla poetica dei suoi "Silenzi". Non a caso Lionello Venturi lo ha definito "il metafisico pittore del silenzio". La sua peculiare iconografia è fatta di deserte spiagge con solitarie barche, ombrelloni e sdraio, cabine a strisce bianche e blu, immersi in una metafisica attesa in cui, come disse De Chirico delle sue opere "si sente la sottile presenza di questa vita che tace, di questa vita silente; che tace, ma che con il suo silenzio dice tante cose che, comunemente, non si possono udire”.