Leone Lodi (1900-1974) era figlio di un artigiano del marmo: a soli 14 anni si trasferì a Milano dove iniziò a lavorare come scalpellino e decoratore. Frequentò i corsi serali dell'Accademia di Brera e quelli della Scuola Superiore d'Arte Applicata del Castello Sforzesco e trascorse un periodo di apprendistato come sbozzatore presso l’atelier di Adolfo Wildt. Leggi la biografia completa
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Leone Lodi (1900-1974) era figlio di un artigiano del marmo: a soli 14 anni si trasferì a Milano dove iniziò a lavorare come scalpellino e decoratore. Frequentò i corsi serali dell'Accademia di Brera e quelli della Scuola Superiore d'Arte Applicata del Castello Sforzesco e trascorse un periodo di apprendistato come sbozzatore presso l’atelier di Adolfo Wildt. Negli anni ’20 Lodi si avvicinò progressivamente a Novecento, dapprima partecipando al Premio Sarfatti con il gesso Figura Muliebre, successivamente esponendo alla Seconda Mostra del gruppo, allestita nel 1929 al Palazzo della Permanente. Grazie al suo stile monumentale, caratteristica peculiare dei linguaggi figurativi sviluppati negli anni Trenta, Lodi collaborò con alcuni tra i più importanti architetti dell’epoca, quali Pica, Piacentini, Mezzanotte e Ponti: divenne così uno dei protagonisti dei grandi cantieri monumentali aperti a Milano che prevedevano la collaborazione tra scultori, architetti e decoratori, secondo l’idea allora auspicata di fusione tra tutte le arti plastiche. L’incarico a Palazzo Mezzanotte, la collaborazione con Sironi per la V Esposizione triennale di arti decorative di Milano del 1933 e la nomina a membro della Commissione Artistica Annuale della Permanente nel 1939 dimostrano il prestigio raggiunto da Lodi nel panorama artistico milanese prima della II guerra mondiale, che provocò il suo ritorno definitivo a Soresina per la distruzione della sua casa e dello studio durante i bombardamenti sulla città.