Biografia di Ubaldo Magnavacca
Ubaldo Magnavacca nasce a Modena nel 1885. Dimostra una precoce predisposizione al disegno dal vero con carboncino e sanguigna e viene indirizzato dal suo maestro S. Postiglione allo studio sistematico dell'arte presso l'Istituto di Belle Arti di Modena, dove sceglie concentrarsi sull'incisione. Ricevette ben presto alcuni riconoscimenti accademici, vincendo il Premio Magnanini nel 1906 e il Premio Poletti nel 1912 con il suo Nudo femminile. Nel 1914 viene ammesso come socio onorario della Reale Accademia di Belle Arti e l'anno successivo riceve un'ulteriore conferma professionale, vincendo il concorso Curlandese di Bologna con l'incisione dell'abside del Duomo di Modena.
Prima della prima guerra mondiale, Magnavacca si dedicò principalmente all'arte grafica ma continuò a praticare le tecniche del carboncino e del pastello. Si cimentò anche nella pittura ad olio, utilizzando i vari metodi per dipingere gli stessi soggetti. Le sue opere di questo periodo, come il già citato Nudo femminile, Il Latte del mattino del 1909, e Il Culto dei morti del 1912 (tutte in collezioni private), dimostrano la sua adesione al movimento simbolista decadente, in particolare nella lucente e morbida toni che ricordano G.A. Sartorio e A. De Carolis. I contrasti chiaroscurali sono resi con gesti rapidi, rivelando alcune somiglianze con le pennellate di G. Previati e G. Mentessi. Negli anni '20 Magnavacca rivolge la sua attenzione alla pittura e alla scultura e partecipa a vari concorsi pubblici a Modena vincendone alcuni. Nel 1924 realizza il Monumento ai Telegrafi Postali (attualmente sotto i portici del palazzo delle Poste) e nel 1927 realizza la lapide per Giulio Vassale all'Università. Nei suoi dipinti di questo periodo spicca il sentimento morale in quanto il senso profondo del destino umano e della vita si riflette nel lavoro e negli sforzi di uomini e animali. Come nella grafica, Magnavacca ha prestato particolare attenzione al rapporto tra lo spettatore e la cornice scenica, abbassando leggermente il punto di vista per esaltare il soggetto e l'azione.
Dal 1934 al 1944 Magnavacca insegna disegno di figura alla Libera Scuola Serale di Nudo dell'Istituto d'Arte A. Venturi. Tra i suoi allievi N. Annovi, P. Ascari, V. Magalli, W. Morselli, I. Malavasi. Abbandona quasi del tutto l'uso del pennello per la tecnica della spatola, più immediata e ruvida, capace di mettere in risalto la materia ma anche di svelare o graffiare il supporto. Su quest'ultimo, preparato con cura con un fondo scuro a base di bitume, alternava sapientemente colori ben amalgamati con diversi gradi di essiccazione. Pur rimanendo distante dalle posizioni del movimento dell'Informale diffusosi negli anni Cinquanta, Magnavacca non rimase insensibile alle indagini condotte nell'Astrattismo italiano sul colore: nelle sue opere il dato reale, mai del tutto abbandonato, divenne motivo di color- sperimentazione formale.