Manfredo Massironi (Padova, 8 giugno 1937 – Padova, 30 novembre 2011) è stato un artista e architetto italiano. Dopo la maturità magistrale, si diplomò anche all'istituto d'arte e successivamente frequentò l'istituto universitario di architettura di Venezia, passando al corso di disegno industriale, di nuova creazione. Leggi la biografia completa
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Manfredo Massironi (Padova, 8 giugno 1937 – Padova, 30 novembre 2011) è stato un artista e architetto italiano.
Dopo la maturità magistrale, si diplomò anche all'istituto d'arte e successivamente frequentò l'istituto universitario di architettura di Venezia, passando al corso di disegno industriale, di nuova creazione. Nel 1959 fu tra i fondatori del gruppo "Ennea", associazione culturale composta da nove membri. Nello stesso anno Massironi, che nelle prime opere aderiva alle tematiche astrattiste, partecipò al premio San Fedele di Milano, con un'opera costituita di superfici contrapposte ortogonalmente in cartone ondulato.
Alla fine del 1960, i componenti del gruppo "Ennea" si erano ridotti a cinque (con Massironi Alberto Biasi, Ennio Chiggio, Toni Costa ed Edoardo Landi) e l'associazione cambiò nome in "Gruppo Enne". Il gruppo si opponeva alla figura dell'artista - demiurgo (considerato retaggio della critica idealista e spiritualista) e, spesso, i membri svolgevano lavoro in collettivo. I componenti del gruppo si autodefinivano "operatori visivi" e indagavano scientificamente il mondo dellapercezione, riferendo le proprie ricerche ai teorici della Gestaltpsychologie (psicologia della forma); soggetto attivo dell'arte era considerato il fruitore, non più contemplante, ma attore del fare artistico tanto quanto i progettisti dell'opera.
Nel frattempo, sia Massironi che Biasi entrarono in relazione con gli esponenti dell'avanguardia milanese; Enrico Castellani e Piero Manzoni, che misero a disposizione del Gruppo Enne la galleria "Azimutuh". Maturarono contatti anche con Enzo Mari, Bruno Munari e il Gruppo T. Il Gruppo N aveva sede in via San Pietro 3 a Padova, dopo avere per un breve periodo condiviso la sede in piazza Duomo con Potere Operaio. Tale sede era utilizzata anche per la divulgazione e promozione dell'arte della neoavanguardia attraverso mostre, conferenze, convegni e dibattiti, al di fuori, quindi, dei circuiti tradizionali delle gallerie. Importante la mostra A porte chiuse: nessuno è invitato a intervenire (11 – 13 dicembre 1960). e quella dedicata al panettiere Giovanni Zorzon (18 marzo 1961), quest'ultima allestita con forme di pane sospese nello spazio o addossate a parete in un ambiente illuminato da rare lampade elettriche. Esisteva una voluta assonanza tra il nome del panettiere Zorzon, personaggio d'invenzione, e quello di Giorgione (Zorzi da Castelfranco): il gruppo si proponeva svelare il lavoro occulto e necessario nella produzione delle merci, che riteneva avessero in sé sempre elementi estetici.
Non estranei al mito dell'arte totale, con il loro manifesto del 1961 (XII premio Lissone), i componenti del Gruppo Enne si dichiararono disegnatori sperimentali, "al di fuori di ogni tendenza artistica", per la ricerca di una nuova definizione dell'arte, nella consapevolezza che "non possono esistere separazioni fra architettura, pittura, scultura e prodotto industriale". Molte opere erano prodotte e firmate collettivamente, in coerenza con l'idea, che nella contemporaneità, la produzione materiale e intellettuale è sempre e solo un prodotto di un processo a più soggetti. Nel 1962 Massironi partecipò alla mostra Arte programmata, organizzata da Bruno Munari e presentata da Umberto Eco, presso lo showroom Olivetti di Milano; la mostra fu poi riproposta in molti paesi d'Europa e degli Stati Uniti. Nel 1964 Massironi e il Gruppo Enne parteciparono alla XXXII Biennale di Venezia.
Nel 1967 Massironi abbandonò l'attività artistica diretta e, con Alberto Biasi, fondò il corso di grafica pubblicitaria presso l'istituto "Ruzza" di Padova. Continuò, tuttavia, le sue ricerche in ambito estetico, su temi quali le piegature, le sottrazioni, l'anatomia comparata dei nodi e le scornici. Insegnò presso le università di Roma, di Padova e Verona come professore ordinario di psicologia generale e si qualificandosi come "percettologo" Durante tutta la sua vita artistica e scientifica Massironi continuò a mantenere i contatti con le avanguardie politiche e sociali attive nel territorio veneto. La sua abitazione era un punto di riferimento nella cultura padovana grazie anche alla moglie Franca.
Massironi fu colpito da una grave malattia neuronale, ma, dopo l'abbandono della docenza attiva, continuò a produrre opere. Morì il 30 novembre 2011.