Alessandro Mazzoni Delle Stelle Quotazioni, valore e valutazione opere

Nasce a Firenze nel 1941. Frequenta il Corso Superiore di Disegno Industriale di Firenze - ISIA.


Nel 1966, con alcuni compagni di corso – Duccio Trassinelli, Luciano Valboni e Carlo Fagnini riuniti sotto la sigla "studio Penta" – disegna la carrozzeria di un'auto da corsa – la 

Fra.Bat

 –, co-progettata e realizzata, nell'omonima officina fiorentina, da Franco Battista, già collaboratore, dal 1954 al 1958, del maestro Pasquino Ermini.



Si tratta di una vettura da competizione con sportelli «ad ali di gabbiano», motore Simca Abarth 1300 posteriore centrale e scocca in vetroresina. Leggi la biografia completa

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Biografia di Alessandro Mazzoni Delle Stelle

Nasce a Firenze nel 1941. Frequenta il Corso Superiore di Disegno Industriale di Firenze - ISIA.


Nel 1966, con alcuni compagni di corso – Duccio Trassinelli, Luciano Valboni e Carlo Fagnini riuniti sotto la sigla "studio Penta" – disegna la carrozzeria di un'auto da corsa – la 

Fra.Bat

 –, co-progettata e realizzata, nell'omonima officina fiorentina, da Franco Battista, già collaboratore, dal 1954 al 1958, del maestro Pasquino Ermini.



Si tratta di una vettura da competizione con sportelli «ad ali di gabbiano», motore Simca Abarth 1300 posteriore centrale e scocca in vetroresina. Studio Penta ne stabilisce il «profilo della linea», coordinando il «metodo di stampaggio» e ottenendo un «elegante abito» per l’autotelaio che «alla grazia delle forme» unisce «un buon coefficiente di resistenza aerodinamico» 

[01]

. Il modello viene presentato al 

Salone di Torino

 del 1967 nella sezione 

mostra vetture da competizione

. Nel settembre 1969 il prototipo viene esposto a Monza alla mostra di macchine sportive del 

V Festival dell'Autodromo

 e in seguito gareggia a Imola e sul circuito del Mugello.



Nel 1969 partecipa alla fondazione del gruppo A.R.D.I.T.I. (acronimo di Associazione Reazionaria Designer Italiani Totalmente Integrati) e sviluppa, con gli altri componenti dello studio, una ricerca su oggetti con caratteristiche formali originali derivate da una nuova filosofia d’uso. Il manifesto fondativo è l'espressione degli intenti dello studio. In esso viene infatti criticato un certo design manieristico proponendo un'indagine critica che "a partire" dalla 

funzione

 dell'oggetto e della 

meccanica

 si cimenti non tanto e non solo nel "disegno dell'oggetto" quanto piuttosto nella emersione di un "ente matrice" inteso come "relazione" e non come "esito", ovvero tanto "indefinito" quanto ampiamente definibile nella sua configurazione dallo stesso utente finale secondo le proprie personali necessità.



Costituito con Duccio Trassinelli, dopo alcuni mesi il gruppo annovera anche Elisabetta Scheggi che vi resterà fino al 1974, mentre Gianni Gamberini, compagno di studi di Mazzoni Delle Stelle all'ISIA, partecipa all'attività dello studio dal 1972 – collaborando al progetto delle lampade 

BT

 e 

Tristilo

 – fino a metà del 1973.



Prismar

 (1969) è l'oggetto luminoso col quale lo studio entra in contatto con Sormani. Sorta di "cubo magico", la lampada è realizzata con un insolito materiale specchiante – il mirropan – che, impedendo la lettura all'interno dell'oggetto, ne cela la funzione: spenta sembra dunque uno specchio mentre accesa diviene trasparente creando un gioco di riflessi e di luci sulle pareti di cristallo.



Fra i primi in Italia a sperimentare il progetto illuminotecnico con la bassa tensione A.R.D.I.T.I. realizza quindi 

Ponte

 (1971) – due o più sfere in metacrilato contenenti le lampade posizionabili a piacimento in qualsiasi punto di un arco formato da due tubi d'acciaio – e 

BT

 (1972) dove un pannello di acciaio serve da base per cilindri calamitati, contenenti lampade da auto, collegati fra loro da un filo d'acciaio. In entrambi i progetti la dinamica "teatrale" e interattiva instaurata fra oggetto e utente è palese: in particolare con 

BT

 (oggi inserito nella collezione design del MoMA di New York) dove il posizionamento dei cilindri sulla scatola che contiene il trasformatore – polo positivo – e sul pannello d'acciaio – polo negativo –, determina l'accensione delle lampade.



Nel 1973 studio A.R.D.I.T.I. realizza inoltre con Sirrah, 

Tristilo

 prototipo di lampada presentato anche alla 

XV Triennale di Milano

. Il prodotto, formato da tre antenne telescopiche dotate di snodo frizionato e convergenti in un cilindro portalampada, poteva essere fissato ma orientato sfruttando il raggio d'azione delle tre antenne. Sempre con Sirrah viene realizzata anche una versone "da terra" ad antenna unica – 

Monostilo

 – dotata di una frizione appositamente modificata. Ancora in ambito illuminotecnico, da segnalare il programma 

ESA - Canalina

, che proponeva l'immissione sul mercato di un innovativo 

standard

 di battiscopa elettrificato.



Oltre alle prove sperimentali sulla tecnologia basata sulla bassa tensione, studio A.R.D.I.T.I. è anche tra i primi a sviluppare oggetti legati all’elettronica e al digitale disegnando nel 1973 una serie di orologi per le Officine Bettarini, azienda di alta tecnologia collegata alla Pignone.



Altri progetti, realizzati con Sormani, in cui si ritrova la medesima filosofia del gruppo, tesa a creare una forma modificabile dall'utente finale, sono la serie 

Metamorfosi

 (1974, con Duccio Trassinelli) – programma componibile tavoli, letti e contenitori altamente personabilizzabili nei dettagli (colori, finiture, maniglie) – e i divani 

Allegro

 e 

Allegretto

.



Il prodotto più rappresentativo del gruppo resta comunque la poltrona 

Memoria

 (1972), tramite la quale si sviluppa la collaborazione con il Centro Cassina – all'epoca il centro ricerche sia di Cassina che di C&B (poi divenuta l'attuale B&B). Prima forma (o "nonforma") morbida ad alterazione regolabile tramite una valvola (brevetto di Duccio Trassinelli) azionabile a mano, il prodotto consente, sedendosi, l'uscita dell'aria dalle cellule di poliuretano contenuto in una camera d'aria interna dando modo al fruitore di regolare e fissare, chiudendo la valvola citata, la sagoma della poltrona secondo il peso o la necessità di riposo. In fase di non utilizzo l'impronta del corpo rimane "memorizzata" nella poltrona, ma, azionando nuovamente la valvola, è possibile tornare al primitivo volume. Una seconda "memoria" evocata dal nome del prodotto è rappresentata dal rivestimento: un unico pezzo di stoffa tessuto in jaquard secondo il retino dell'immagine fotografica, a grandezza naturale, di una poltrona 

vintage

. Presentata alla IV edizione di 

Eurodomus

 questa poltrona "mutaforma" desta attenzione anche per le ricordate dinamiche "teatrali" implicite nella proposta, ma nonostante l'interesse suscitato il prodotto stenta a imporsi sul mercato. Non migliore fortuna avrà la riedizione proposta, a distanza di circa 40 anni, dal neonato 

brand

 toscano Innocenti by Gemalinea.



Durante la collaborazione con Cassina, A.R.D.I.T.I. sviluppa ancora diverse forme e tecnologie altrettanto aderenti alla propria filosofia progettuale e con esiti ritenuti forse fin troppo formalmente "indefiniti" dall'azienda che in breve ritiene opportuno chiudere questo periodo molto sperimentale della ricerca 

furniture

 del gruppo toscano.



Una volta sciolto il gruppo A.R.D.I.T.I. - nel 1976 - Mazzoni Delle Stelle e Trassinelli continuano in modo saltuario e intermittente a collaborare fino al 1979. Nel frattempo però il designer fiorentino allaccia i rapporti con l'azienda Giovannetti per la quale, insieme a Roberto Niccolai, progetta il sistema di sedute componibili 

Minni

 (1978), formato da elementi assemblabili, mentre, in coppia con Pierluigi Bacci, realizza il tavolo in marmo 

Domo

 (1983), la sedia 

Mia

 (1983) e il divano 

Magia

 (1981), dotato di bracciolo multifunzione traslabile con una ingegnosa rotazione del piano di appoggio che ne modifica la superficie di seduta. Il prodotto è scelto per partecipare alla mostra itinerante 

Italian Re-evolution

 ospitata da 7 musei d'arte moderna negli USA.



Ancora alla prima metà degli anni '80 risale la collaborazione con Gianfranco Gualtierotti, sodalizio che sebbene inizialmente rivolto al settore produttivo lombardo avrà ricadute anche in Toscana nel decennio successivo. Dopo aver firmato la poltrona trasformabile 

Mille e una notte 

(1984) per Giovannetti, la coppia presenta a B&B un progetto «rivoluzionario» forse fin troppo in anticipo sui tempi, ma che, con qualche ragione, può essere considerato il misconosciuto precursore della fascinosissima versione «evolutiva» – il divano 

Flap

 – elaborata da Francesco Binfaré per Edra nel 2000.



Pensato sia in versione quadrata che, più tradizionalmente, a base rettangolare, l'«isola relax» denominata 

Quasar

 promette un'invidiabile variabilità di utilizzo garantita da un semplice meccanismo 

up&down

 applicato a schienali di varie dimensioni e a tavolini tondi d'appoggio rotanti. Il «tavolo-ambiente» suscita grande interesse da parte di Ambrogio Busnelli, ma non viene, però, nemmeno prototipato. Non ha miglior fortuna il progetto 

Luna

, selezionato da Cassina ma abbandonato dopo un primo abbozzo di prototipo.



Per Gualtierotti e Mazzoni Delle Stelle, qualcosa di concreto si delinea invece dopo l'incontro con Aurelio Zanotta che, fedele ad una radicata indifferenza nei confronti della «qualifica professionale», forse assai meglio di altri imprenditori – come ancora oggi dimostra il catalogo che porta il suo nome – concentra i propri interessi sulla «forza delle idee che avranno gambe per camminare». Il 

concept

/modello elaborato per una sedia oscillante a posizionamento personalizzabile lo colpisce positivamente, inducendolo a richiedere un supplemento di studio per una poltrona 

relax

 in grado di assumere diverse inclinazioni di seduta. Il risultato di vari tentativi volti a combinare forma e funzione è 

Smirne

 (1987). Non un successo, ma un primo passo che lascia ben sperare inducendo i due designer toscani ad approfondire la tematica della libertà d'uso e dell'autonomia di fruizione degli spazi di seduta. Da questa ricerca nasce un modellino in scala 1:5 (una serie di elementi) che suscita un grande entusiasmo in azienda e viene prontamente prototipato, ingegnerizzato, messo in produzione nonché coperto da brevetto planetario: il sistema 

Europa

 (1988).



L'ottima riuscita del sistema 

Europa

 – ancora oggi un progetto «che non ha simili nella storia del design, un 

record

 rimasto imbattuto, basato proprio su elementari strutture imbottite cui si “agganciano” schienali e braccioli attraverso un semplice, ma geniale, sistema di sostegno in tubolare metallico curvato» 

[02]

 –, pone in ottima luce il 

team

 di progetto che, nel volgere di alcuni mesi, ha diversi contatti sia in Toscana – ad esempio la poltrona 

relax

 riposizionabile 

Mantra

 (1988) realizzata con Fasem – sia nel nord Italia con Lema e la consociata Sorgente dei Mobili. Il rapporto però non riesce a evolvere opportunamente - pochissimi, e per breve tempo, i prodotti immessi effettivamente sul mercato.



A questo primo cocente insuccesso Gualtierotti e Mazzoni Delle Stelle cercano di rispondere con una proposta molto particolare a Cassina: un pannello morbido, flessibile e modellabile che l'azienda copre con un brevetto d'invenzione industriale e con un contratto di due anni (successivamente rinnovato) che impegna i contraenti allo sviluppo di un articolo 

furniture

 che utilizzi tale «invenzione». Passati quattro anni, a fronte di un nulla di fatto, i designer recuperano il brevetto del sistema flessibile e, ormai allo scadere della prima metà degli anni '90, sottopongono l'idea a Edra. Ottenuto il benestare e l'appoggio di Valerio Mazzei e Massimo Morozzi, nel 1995 viene finalmente realizzata la poltrona 

relax

 flessibile: il prodotto – denominato, appunto, 

Flessibile

 – riscuote un buon successo di critica ma non altrettanto sul mercato, chiudendo, momentaneamente l'esperienza milanese per il designer fiorentino.



Nella seconda parte degli anni '90, infatti, si avvia una collaborazione assai proficua tra Mazzoni Delle Stelle e Sergio Giobbi, grande esperto del settore e atrettanto versato nelle applicazioni "tecnologico-cinetiche" al settore 

furniture

 (sia 

home

 che 

contract

) e nelle ricerche applicate sui nuovi materiali.



Oltre al sistema componibile per camerette 

Nuvole

 (1999), realizzato per la modenese Rasi Collezioni, gli ultimi – e numerosi – progetti del designer fiorentino nascono dal sodalizio citato e sono realizzati da Busnelli: 

Boboli

 (1997) – sistema di sedute caratterizzate da un esclusivo movimento automatizzato per la variazione della posizione da seduta a 

relax

 –; 

Domino

 (1997) – particolare sistema di divani con possibilità di unione per realizzare un letto matrimoniale –; 

Monopoli

 (1998) – sistema di sedute caratterizzato da una base realizzata con estruso in alluminio disegnato in modo da accogliere in varie posizioni sedute, spalliere, braccioli e accessori vari –; 

Biplano

 (2000) – divano con spalliera sdoppiabile per la trasformazione in letto –; 

Airone

 (2002) – divano a pozzetto con possibilità di aggregare nella posizione desiderata poggiatesta, vassoietti e altri accessori; – 

Ozio

 (2002) – divano con spalliera alta per una seduta di migliore 

relax

 –; 

Allegretto

 (2004) – sistema di poltrone, divani e accessori.

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