Biografia di Fernando Melani
Fernando Milani nasce a San Piero di Agliana nel 1907 e studiò al convitto Cicognini di Prato e al ginnasio di Pistoia fino al 1923, quando fallì l'esame di quarta ginnasiale. Tentò di ottenere l'ammissione al liceo classico privatamente nel 1924, ma senza successo. Nel 1933 si trasferì a Novara per lavorare per l'Istituto di vigilanza notturna e poi tornò a Pistoia. Nel giugno del 1945, dopo un periodo di lavoro presso la fornace del padre, Milani iniziò a dedicarsi all'arte. Si iscrisse al Partito comunista italiano, indossò una tuta blu simile a quella degli operai come divisa e cedette una parte della casa di famiglia in cambio di un vitalizio. Gli spazi restanti dell'abitazione furono trasformati in una casa-studio senza cucina.
Milani frequentava le sedute en plein air di A. Cappellini e prese parte alle prime collettive della sua città nel 1950 e 1951, esponendo opere astratte. Nel 1953 pubblicò a sue spese l'opuscolo "Davanti alla pittura" in difesa dell'astrazione. A partire dal 1959, Milani studiò le potenzialità dei metalli con un atteggiamento teso a cogliere le segrete risonanze della materia e focalizzando l'attenzione sul valore conoscitivo dei propri lavori, definiti "esperienze". Nel 1972 tenne una personale a Milano e prese parte alla quinta edizione di Documenta a Kassel. Milani produsse anche opere sospese e congegni immaginari, come la Macchina semplice per vedere un moto alternato.
Negli anni '70, il percorso artistico di Milani divenne più concettuale. Nel 1978 espose oggetti nella loro nuda presenza, come il Sacco di fiammiferi spenti, e impiegò telai di biciclette per creare personaggi bizzarri. Concluse il suo cammino artistico con un'opera su tavola tarlata del 1985, della quale mise in luce le fibre erose dalla natura e che donò all'amico A. Vezzosi come testimonianza di un lavoro nato dalla stessa materia di cui è composto.