Biografia di G. Nicodemi
Giorgio Nicodemi (1891 - 1967) Laureato in lettere all'Accademia scientifico-letteraria di Milano nel 1915 e diplomato in paleografia e archivistica, durante la Prima guerra mondiale fu capitano del Genio e collaborò con Ojetti alla protezione delle opere d'arte nelle zone di combattimento. Fu a Busto che pubblicò precocemente uno studio dedicato al pittore Daniele Crespi nel 1914, pubblicò degli studi su Biagio Bellotti raccolti nei volumi Il canonico Biagio Bellotti del 1914 e Diciassette disegni di Biagio Bellotti del 1933. Intorno al 1925 scrisse Il Bambaia, dedicato ad Agostino Busti e Le Memorie. Si occupò anche del pittore Gaudenzio Ferrari, che a Busto Arsizio aveva realizzato il Polittico dell'Assunta per il Santuario di Santa Maria di Piazza, in Il polittico di Gaudenzio Ferrari in S. Maria Maria di Piazza a Busto Arsizio, pubblicato nel 1943. Dal 1919 diresse la Pinacoteca di Brescia e dal 1923 la Direzione degli istituti culturali del Comune di Brescia in cui in quell'anno venne riunita la responsabilità dei musei civici e della Biblioteca Queriniana. Aderì nel 1922 al Partito fascista. Dal 1º giugno 1928 venne nominato soprintendente capo dei Civici istituti di storia ed arte di Milano, da cui dipendeva anche la Biblioteca civica. Fu anche libero docente e professore incaricato di Storia dell'arte all'Università cattolica di Milano, autore di numerose pubblicazioni, organizzatore di mostre e collaboratore di giornali e riviste («Emporium», «Dedalo», «Rivista d'arte», ecc.). Epurato dopo la Liberazione, dovette lasciare il Comune di Milano ma dal 1946, ottenuta la revoca della sospensione dall'insegnamento, fu ancora docente incaricato all'Università cattolica. Negli anni Cinquanta tornò a dirigere i Musei civici e la Biblioteca Queriniana di Brescia. Vendette nel 1961 alla Biblioteca dell'UCLA una collezione di materiale relativo al Rinascimento e al Barocco e nel 1963 una cospicua raccolta di libri di storia e arte alla Biblioteca della Fabbrica del Duomo di Milano; dopo la sua morte, a quanto pare, il resto della sua biblioteca e le sue carte furono acquisiti dall'Università californiana, tramite Carlo Pedretti.
