Biografia di Federico Patellani
Federico Patellani nasce a Monza nel 1911 da un'antica famiglia milanese. Si laurea in giurisprudenza dopo gli studi classici e coltiva la passione per la pittura e la letteratura frequentando i circoli culturali milanesi. Nel 1935, terminato il servizio militare, Patellani partecipò alle operazioni militari in Africa Orientale come ufficiale del Genio. Durante questo periodo, ha catturato immagini di viaggio con la sua macchina fotografica Leica che è stata pubblicata dal quotidiano milanese "L'Ambrosiano". Questo sarebbe diventato l'inizio della carriera di Patellani nella fotografia. Nel 1939 abbandona la carriera legale per diventare fotoreporter, iniziando una lunga collaborazione con la rivista "Tempo" di Alberto Mondadori. Nel 1940 si recò in Jugoslavia come inviato di "Tempo" per documentare le operazioni militari dell'esercito italiano. Nel 1941 viene richiamato al fronte come parte della Squadra Fotocinematografica e documenta la campagna di Russia con lo pseudonimo di "Pat Monterosso". Nel 1943 catturò una famosa serie di immagini della città di Milano bombardata. Nello stesso anno Patellani rivendicava la legittimità della sua professione in un articolo intitolato "La nuova formula giornalistica" pubblicato dal gruppo editoriale "Domus", in cui spiegava i principi su cui si fonda la nuova professione del fotogiornalismo. Dopo due anni e mezzo di internamento in Svizzera e 18 mesi alla redazione del "Corriere Lombardo", torna al suo incarico al "Tempo", che riprende le pubblicazioni nel 1946 sotto la direzione di Arturo Tofanelli. Le sue immagini ritraggono l'Italia del dopoguerra, la ripresa economica, le industrie, la moda, la vita culturale, i concorsi di bellezza, il cinema, i cambiamenti sociali del Sud Italia. Collabora poi con le più importanti riviste italiane, tra cui "Tempo", "Epoca", "Oggi", e tiene costantemente d'occhio le testate estere, con le quali instaura una fitta rete di rapporti professionali. Patellani era un uomo colto ed entusiasta che trovò nella ricostruzione postbellica di Milano un terreno fertile per la sua carriera. Era un periodo in cui l'industria editoriale fiorì e dove artisti, scrittori e giornalisti lavorarono e interagirono. Era consapevole della nascita di una nuova industria culturale e decise di diventarne uno dei protagonisti. Pertanto, nel 1952, con lungimiranza, diventa libero professionista, fondando la PAT PHOTO PICTURES, una moderna agenzia di fotogiornalismo che mirava a creare un vasto archivio di immagini provenienti da diverse parti del mondo da vendere ai media italiani e stranieri. Nel 1956 lavora a un lungometraggio per "Epoca", dal titolo "America Pagana", che realizza in cinemascope ea colori. Sulla stessa rivista pubblica un'altra serie di servizi intitolata "Black Paradise", che documenta durante un lungo viaggio dal Congo Belga al Kenya con l'aiuto del figlio Aldo. A partire dallo stesso anno Patellani collabora con diverse riviste come "La Domenica del Corriere", "Successo", "Storia Illustrata", "Atlante", realizzando numerosi reportage fotografici in giro per il mondo. La sua intelligenza e la passione per il fotogiornalismo hanno alimentato il suo entusiasmo fino alla fine. Ha catturato il suo ultimo reportage nel 1976 a Ceylon. Patellani muore a Milano nel 1977.