Biografia di Franco Pedrina
Nella città lagunare stringe amicizia con il critico letterario Aldo Camerino. Sopravvissuto alla meningite tubercolare, decide di dedicarsi completamente alla pittura e nel 1962 si trasferisce a Roma. Vi frequenta Carlo Belli e Tonino Guerra. Con don Gianni Todescato, scopre dal vivo i capolavori di Piero della Francesca. Nel 1966 tiene la prima mostra importante nella Galleria Zanini. Attraverso la scultrice Livia Livi conosce Pier Paolo Ruggerini e, tramite questi, Giulio Bergamini, nella cui galleria milanese espone nel 1968. Nel 1970 si trasferisce a Milano, dove tutt’oggi vive e lavora in due studi spartani, alternando soggiorni nella campagna d’origine. Nel 1975 è segnalato sul Bolaffi tra i pittori dell’anno. Lo apprezzano studiosi come Marco Valsecchi, Renato Olivieri, Liana Bortolon, Roberto Tassi, Pier Carlo Santini e Roberto Sanesi. Lettore assiduo (da Dostoevskij a Tolstoj, Flaubert, Mann, Kafka) e culturalmente aggiornato, Franco Pedrina usa il vernacolo delle sua terra come una koinè. La sua pittura, nel solco del colorismo veneto, parte da Kandinsky e Mondrian e, attraverso la Secessione e spunti futuristi, rivela affinità tematiche con Graham Sutherland per poi sviluppare un linguaggio autonomo, teso all’appassionato approccio con la natura.